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Pol-It. Opinioni a confronto

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  1. ErTigre
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    Tre Annotazioni a Walter (liberamente Tratto da Pier Luigi Paragone, Libero di Oggi.)

    Prima - Gli è scappata la cretinata.
    Stava andando bene, il Walter: basta con la sinistra radicale, niente accordi pateracchio, buone candidature di rottura quali Ichino e Veronesi. Poi, Veltroni s'è lasciato prendere la mano e c'è scappata la cretinata. S'è alleato con i radicali. Apriti cielo: nel Partito democratico è scoppiata l'apocalisse. Teodem contro laici, la Binetti contro Veronesi, la Bindi contro la Bonino. Insomma, Veltroni s'è infilato in un ginepraio. Tanto per farvi capire il clima, vale la pena di riportare alcune succose agenzie della giornata di ieri. Cominciando dalle anticipazioni di Famiglia Cristiana: il Pd è un «pasticcio veltroniano in salsa pannelliana». Pum! Hai voglia ripigliarti dopo un cazzottone curiale di questo tipo. Se fossi in Famiglia Cristiana registrerei il copyright perché qualcosa mi dice che quel «pasticcio veltroniano in salsa pannelliana» riecheggerà a lungo in campagna elettorale. In una cortese nota firmata dalla sua agenzia stampa, la Cei faceva sapere che il «ceto medio è stressato e disorientato, colpito dalla crisi economica e preoccupato per l'avvenire dei propri figli» . Governo Prodi affondato e programma di Veltroni colpito. Povero Walter, gli è bastato spostare un po' più in là il suo Partito democratico che ora deve star fermo un giro. L'arruolamento in poche ore della pattuglia radicale (magari con annesso Silvio Viale, il medico pro pillola del giorno dopo) e di Veronesi hanno fatto traballare il pilastro cattolico del Pd.
    La rottura del Partito democratico con l'ala sinistra dell'alleanza - da Rifondazione ai Socialisti di Boselli - era stata giudicata positivamente dalla Chiesa. Poi, cos'è successo? Che l'idea di Giuliano Ferrara di introdurre il tema dell'aborto in campagna elettorale ha provocato il terremoto, costringendo un po' tutti a chiarire le proprie posizioni. Per il Popolo delle Libertà è stato abbastanza facile. Per il Pd no; per quanto giovane e nuovo sia, il partito di Veltroni deve pur sempre fare i conti con due tradizioni che si sono fuse: un partito di ispirazione socialista o socialdemocratica (Ds) e un partito di ispirazione cattolica (la Margherita). La convivenza non è stata facile fin dal debutto: i teodem Binetti-Bobba-Carra da una parte e Odifreddi dall'altra, capite che non è facile... Veltroni, però, un equilibrio lo stava trovando. Poi sono arrivati Di Pietro (che pure rispetto ai Pacs non scherza) e i Radicali: così la splendida autosufficienza veltroniana è andata a ramengo e la Chiesa è andata su tutte le furie. Le critiche durissime giunte da Avvenire e da Famiglia Cristiana lasceranno il segno nella corsa di Veltroni e potrebbero portare voti ex Margherita verso il Centro di Casini. Insomma, l'abbraccio coi radicali è in termini politici il primo grosso errore di Veltroni.

    Seconda - La solita manfrina del leghismo
    «La nostra - ha detto Veltroni - è l'idea di un Paese unito e da questo punto di vista mi sorprende l'idea di un'alleanza al Nord con la Lega Nord, al Sud con la Lega Sud e al centro con la Lega Centro». Battutaccia a parte, resta il dato politico. Se Veltroni - che già si presenta alle elezioni come il sindaco di Roma uscente - non capisce che deve prendere i voti anche, per non dire soprattutto, al Nord, allora tanto vale farsi una sgambettata e poi rientrare negli spogliatoi. È nelle regioni settentrionali che il centrosinistra deve farsi capire: l'alleanza tra Berlusconi e Bossi è cementata da una compatibilità politica, da un'affinità culturale e di linguaggio. Di contro, Veltroni può candidare tutti i Colaninno del mondo ma se non si fa decifrare dai Brambilla resta uguale a quelli che sono venuti prima di lui. Veltroni sta ancora lì a impasticciarsi con le battute sul leghismo e il bau-bau secessionista, esattamente come faceva Romano Prodi il cui governo ha tagliato le gambe agli enti locali drenando soldi e obbligando i comuni ad aumentare le tasse. Veltroni nel suo programma presentato ieri parla di questione meridionale ma non fa alcun cenno a quella settentrionale, segno della disattenzione congenita, strutturale, quasi antropologica della sinistra verso la gente del Nord. Il cui benessere viene pensato quasi come fosse un diritto acquisito, un favore degli dei; mentre il disagio del Sud è figlio di chissà quale persecuzione.

    Terza - Due paroline sulla solita, incorreggibile spocchia
    «Alla fine controlleremo le liste del PdL per vedere se sono davvero pulite». Hai capito Silvio: prima di portarle al ministero, dovrai far timbrare le liste dalla coppia VeltroniDi Pietro.
     
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4965 replies since 22/2/2008, 21:39   43316 views
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