Ma quale opposizione?

riflessioni di centrosinistra

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  1. dango
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    Riprendo questo topic, mettendo un attimo da parte la questione delle riflessioni di centro sinistra, per concentrarmi sul termine opposizione; e si perchè all'orizzonte si profilo un nuovo partito di opposizione, ovvero il Movimento di Grillo che ha deciso di diventare forza politica e candidarsi.

    qui l'articolo.

    Ora, mi sento di fare qualche riflessione su questo fatto:
    - la prima è una domanda: ma perchè dopo un po' che fanno i movimentisti-urlatori-oppositori-bacchettatori-moralizzatori, ma sempre dall'esterno e garantendo che non si faranno mai corrompere dall'arena politica, ma perchè...dopo un po', inevitabilmente ci entrano in quest'arena??

    Prima Di Pietro e ora Grillo, oltretutto neppure più amici visto che l'uno vuole andare subito alle lezioni (IDV) e l'altro invece vuole un governo tecnico, ma di certo corali nel criticare il Pd.

    -seconda questione:
    ma da che parte stanno questi? Voglio dire, politicamente parlando da che parte stanno? Qualcuno forse potrebbe pensare che visto che sono in opposizione al Silvio (di centro-destra), allora sono di sinistra.
    Non credo proprio...o almeno non mi danno quest'impressione.
    A questo punto i concetti di opposizione e di essere di sinistra si sono davvero e completamente staccati (già cmq era cosi' con Di Pietro che non è affatto di sinistra..).

    Esiste un partito di centro-sinistra che sta all'opposizione (il Pd) il quale, oltretutto, fatica tremendamente ad assumere una sua identità che definisca cosa è sinistra o centro-sinistra oggi e poi esistono altre forze di opposizione che neppure so collocare.

    E questo livello di frammentarietà e di confuzione (nel senso di mancanza di definizione) non l'avevo mai visto prima; perchè siamo d'accordo sul fatto che i vecchi concetti di destra e sinistra sono tramontati...ma qui non si riconoscono neppure i nuovi.
     
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  2. patna
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    Credo che la loro preoccupazione principale sia quella di occupare la famosa "seggiola" - per quanto riguarda il resto credo che non sappiano nemmeno loro quale sia la loro corrente politica -
     
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  3. laura^
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    Chiamparino candidato alle primarie? «Se serve non mi tiro indietro».
    Sergio Chiamparino si candiderà alle primarie del Pd? «Se serve non mi tiro indietro». Così ha risposto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino intervistato dai giornalisti della trasmissione televisiva In onda su La7 delle 20.30. «Se serve - ha spiegato il sindaco di Torino - non mi tiro indietro, se serve a dare una mano ad una competizione fatta su proposte politiche e programmatiche per una leadership credibile».
    «L'importante però - ha sottolineato Chiamparino - è far capire agli elettori che cosa vuole il Pd e su questa base spostare un pezzo di Vendola e un pezzo del terzo polo su un'ipotesi di alternativa al governo. Io sogno un partito di sinistra che racconti non una società ideale ma che realizzi una società realizzabile qui ed ora nel contesto della globalizzazione». «Guardate - ha concluso - che in questo il bipolarismo gli italiani ce l'hanno nella testa, che pensano sempre di più o voto bianco o voto nero».

     
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  4. dango
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    Io non sono cosi' certa che gli italiani abbiano in testa il bipolarismo....ogni volta che i grandi schieramenti sono deludenti, corrono a votare per i piccoli partiti. Ultimamente sono questi che stanno crescendo e sono sempre più ago della bilancia.
    Ma forse Chiamparino intende bipolarismo nel senso di coalizioni...

    Per quanto riguarda la sua candidatura è di certo più "papabile" di Vendola che dovrebbe sdoganare molta della sua parte rifondarola per diventare leader del Pd, pero' non credo si possa parlare del nuovo che avanza... :rolleyes:
     
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  5. laura^
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    CITAZIONE (dango @ 6/8/2010, 21:52)
    Per quanto riguarda la sua candidatura è di certo più "papabile" di Vendola che dovrebbe sdoganare molta della sua parte rifondarola per diventare leader del Pd, pero' non credo si possa parlare del nuovo che avanza... :rolleyes:

    vero... ma secondo me un'altra cosa che "fa paura" e' il fatto che Vendola sia omosessuale. spiace dirlo ma nel 2010 credo che questo sia il problema non tanto il suo essere comunista :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif: :wallbash.gif:
     
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  6. laura^
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    «Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei»
    Rischiamo che questa monarchia livida sia sostituita da una pura difesa dell'esistente. Si va incontro a suggestioni di democrazia autoritaria del sistema russo o cinese

    http://www.corriere.it/politica/10_agosto_...44f02aabe.shtml

    A mio parere dovrebbe veramente farsi da parte.
    Non far finta e tramare contro gli attuali dirigenti e creare di fatto un'immobilismo del paqrttito tra veti e controveti -_-
    A parole e' molto bravo ma nei fatti ha deluso notevolmente.
    Se da sindaco si puo' dire che ha fatto un buon lavoro non credo altrettanto da leader politico. Ha avuto la sua opportunità e l'ha sprecata.
    Ha voluto chiudere i ponti con la sinnistra quando gia' allora Vendola chiedeva un confronto sui programmi ....
    Tornare a Veltroni? spero di no -_-
     
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  7. Ireth74
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    Giri di Walter
    di M. Travaglio (Il FQ 25/08)

    Nuovi arrivi da Saturno. Dopo Passera e Mancuso, l’astronave che riporta in patria gli italiani reduci dallo spazio, praticamente una navetta, ci ha restituito ieri Uòlter Veltroni. Il quale, appena atterrato, ha scritto una lettera agli italiani: “Scrivo al mio Paese e vi dico che cosa farei”. E, per risparmiare sull’affrancatura, l’ha mandata al Corriere. Il genere epistolare non deve stupire: tutti i migliori comici, da Totò a Peppino, da Benigni a Troisi, ne han fatto largo uso. Totò, salendo sul wagon lit, chiamava a raccolta “fuochisti, macchinisti, ferrovieri, frenatori, uomini di fatica”.

    Uòlter, scendendo dall’Ufo, si rivolge “agli italiani che tornano a casa”, ma anche “a quelli che non si sono mossi”; a quelli che non si sono mossi “perché lavoravano”, ma anche a quelli che non si sono mossi “perché non possono lavorare”; “agli imprenditori”, ma anche “ai nuovi poveri italiani” (a quelli vecchi no).

    A tutti rammenta che “in fondo due anni fa quasi 14 milioni di italiani fecero la croce sul simbolo che conteneva il mio nome come candidato premier”. Ecco, 14 milioni di croci sul suo nome. Ma lui non sospettò nulla. Anzi seguita a interrogarsi su quella banale questione aritmetica che gli negò la vittoria: “Se un milione e mezzo dei 38 milioni di votanti avesse scelto il centrosinistra riformista invece di Berlusconi, ora saremmo noi a guidare il Paese. Ma non è successo, per tanti motivi. Come cercherò altrove di approfondire, credo più per ragioni profonde e storiche che per limiti di quella campagna elettorale che si concluse col risultato più importante della storia del riformismo italiano”.

    Ha perso, ma è come se avesse vinto (infatti ora spiega come si vince: “No a sante alleanze anti-premier, così si perde”, parola di esperto). Comunque non è stata colpa sua.

    Due anni su Saturno non gli son bastati per capire cosa accadde nel 2008, ma cercherà “altrove di approfondire”.

    Gli offriamo un riassuntino.

    Novembre 2007: dopo due anni di fallite “spallate” a Prodi, B. è politicamente morto, snobbato da Bossi e scaricato da Fini che lo chiama “comica finale”. Poi entra in scena Uòlter e apre un “tavolo delle riforme”, ma non con Fini e Bossi aiutandoli a seppellire il nano, bensì col nano aiutandolo a riannettersi Fini e Bossi.

    Effusioni da fidanzatini di Peynet, poi l’accordo per una legge elettorale bipartitica, che costringe Fini a rientrare a corte di B., mentre Uòlter minaccia di morte i partiti alleati (“se si va a votare, il Pd corre da solo”).

    Risultato: Mastella si accorda con B. per votare col vecchio porcellum e rovescia Prodi. B. risorge per la terza volta. In campagna elettorale chiama Uòlter “maschera di Stalin”, ma Uòlter porge l’altra guancia: non solo non l’attacca mai, ma nemmeno lo nomina per non cadere in tentazione (“il principale esponente dello schieramento avversario”).

    Già che c’è, riabilita pure Craxi e affida le liste Pd in Sicilia al compagno Crisafulli, vecchio amico del boss di Enna, dunque rieletto senatore. Naturalmente perde le elezioni (38% Pdl, 33 Pd), regalando a B. la maggioranza più oceanica della storia.

    Non contento, persevera col “dialogo”: promette “opposizione costruttiva” al peggior governo della galassia e non candida nessuno contro Schifani alla presidenza del Senato.

    Così il Pd perde pure tutte le regioni su piazza (Friuli, Abruzzo, Sardegna). Poi Uòlter s’imbarca per Saturno.

    Ora pare guarito: riesce a scrivere tre volte “Berlusconi”, scopre “la logica personale dei suoi interessi” e “l’aria putrida dei ricatti”, ricorda che “la mafia è politica” (avrà parlato con Mirello), paventa financo “rischi di democrazia autoritaria”. Tutto giusto, tutto perfetto (a parte la sparata tutta berlusconiana delle “croci sul mio nome”). La lettera parrebbe persino profetica, se fosse stata scritta nel ‘94.

    Oggi invece i destinatari potrebbero domandare al mittente: scusa, Uòlter, anziché raccontarci “cosa farei” ora che non conti più nulla, ci spieghi perché non hai fatto qualcosa quand’eri vicepremier, poi segretario dei Ds e poi del Pd?

    Perché le lettere hanno questo, di seccante: che ogni tanto qualcuno risponde.
     
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  8. patna
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    Come sempre il nostro buon Travaglio colpisce a fondo :P
     
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  9. Cettinina
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    L'INTERVISTA

    "Il Nuovo Ulivo fa sbadigliare
    è ora di rottamare i nostri dirigenti"


    Matteo Renzi: per sconfiggere Berlusconi dobbiamo liberarci di D'Alema, Veltroni, Bersani, senza distinzioni. La questione della leadership non riguarda me, ma Zingaretti, Chiamparino,
    Vendola



    http://www.repubblica.it/politica/2010/08/...9/?ref=HREC1-10
     
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  10. laura^
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    Popolo viola, unito contro Berlusconi ma diviso al suo interno
    di Giuseppe Rizzo

    L’urgenza sarebbe una, condivisa da tutti, e sarebbe quella di dire basta a questo governo. I modi per farlo però non convincono tutti. A pochi giorni dal secondo No B. Day gli organizzatori del Popolo Viola si trovano a fare i conti con qualche malumore all’interno dello stesso movimento e a invitare all’unità chi muove critiche dall’esterno. Da quando è stata indetta, verso la fine di agosto, della manifestazione in piazza San Giovanni a Roma del 2 ottobre si è parlato tanto. Specie su internet, luogo d’elezione per il movimento che in rete è nato e cresciuto. E che in rete adesso cerca di rispondere alle critiche.

    A essere contestati sono sopratutto la leaderhip e i meccanismi decisionali all’interno del gruppo. «Il ’NoBDay2’ è stato lanciato dalla pagina Facebook ‘Il popolo viola’ senza alcuna consultazione con i Gruppi Locali che danno corpo al movimento viola. Di fatto la pagina che si definisce ‘pagina ufficiale del Popolo Viola’ non ha alcun titolo a parlare in suo nome», scrivono in un documento i viola di Roma. Quelli di Pisa, invece, puntano il dito contro la strumentalizzazione del movimento: «La manifestazione servirà soltanto a quei partiti che intendano strumentalizzare l’insoddisfazione dei cittadini per strappare voti alle prossime elezioni». Prendono le distanze dalla manifestazione del 2 ottobre anche l’Associazione Violaverso-Una Rete per il Popolo Viola e Micromega.

    Dalle pagine della rivista Paolo Flores D’Arcais, Andrea Camilleri, Margherita Hack e Don Gallo avevano invitato «tutti i gruppi viola, e le numerose altre realtà che si stanno mobilitando perché si riuniscano al più presto per organizzare insieme la manifestazione del 2 ottobre». A tre giorni dall’appuntamento romano, però, le mosse degli organizzatori non devono aver convinto i quattro intellettuali, tanto da spingerli a scendere in piazza il 16 ottobre, anziché il 2, assieme alla Fiom «contro il regime Berlusconi-Marchionne».

    «Promuovere una manifestazione democratica contro il regime – scrivono in risposta gli ideatori del No B. Day 2 – non è soltanto un diritto ma soprattutto un dovere. Sabotare una manifestazione contro il regime o contrapporla strumentalmente ad un’altra di eguale rilevanza, chiunque lo faccia (anche se si chiama Flores D’Arcais, direttore di Micromega) e per qualsiasi ragione tattica, è un atto di puro collaborazionismo con il regime». Non proprio toni dialoganti, si direbbe. «Così è tutto più difficile – scrive un simpatizzante sulla pagina Facebook del Popolo Viola – a parlare di “collaborazionismo” ci si fa solo del male, è impossibile instaurare un qualsiasi confronto, figurarsi organizzare manifestazioni per mandare a casa Berlusconi».


    unita.it
     
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  11. stemil
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    ma che palle peròòòòò
    ma se radessimo tutto al suolo e ricominciassimo da zero???
     
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  12. patna
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    Ste è una magnifica idea - forse è la volta buona che si riesce ad eliminate tutto sto pattume -_-
     
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  13. Ireth74
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  14. marina.1
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    Forse sbaglio topic ma...avete sentito la risposta di fini a quel leccac...o di Vito?
    Vito che parla di "autorevolezza" e "nobiltà"!!!!!!
     
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  15. patna
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    Bisogna dire che Fini l'ha steso con grandissimo stile -_-

    Comunque resta il fatto che la politica sta diventando qualcosa di vergognoso ed indecente

    La cosa veramente notevole comunque è la faccia di Tremonti quando sente papi o altri che sparano delle castronerie è un vero capolavoro :P
     
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29 replies since 31/3/2010, 15:44   347 views
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