La menzogna del Fatto Quotidiano

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  1. Ireth74
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    Innanzitutto complimenti per la notizia di rilevanza mondiale!!! :clapping.gif: :clapping.gif: :clapping.gif:

    Non leggo il tuo articolo ma immagino che ricalcherà quello di Facci che ho avuto la sfortuna di leggere per poi vedere che è pieno di falsità!

    Comunque: NON E' ASSOLUTAMENTE VERO CHE IL FATTO QUOTIDIANO PRENDE FINANZIAMENTI PUBBLICI.
    IL FATTO QUOTIDIANO USUFRUIVA (SI BADI BENE: USUFRUIVA, PERCHE' DAL 1° APRILE QUESTO NON AVVIENE PIU') DI UNO SCONTO SULLE SPEDIZIONI POSTALI DEGLI ABBONAMENTI (SCONTO DI CUI USUFRUIVANO TUTTI I GIORNALI). PER CUI TUTTE LE PERSONE DOTATE DI INTELLIGENZA SANNO CHE UNO SCONTO NON E' UN FINANZIAMENTO PUBBLICO.
    MA SOPRATTUTTO NON E' VERO CHE MENTE PERCHE' IL FATTO CHE USUFRUISSE DELLO SCONTO SULLE SPEDIZIONI IL FQ L'AVEVA AMPIAMENTE DICHIARATO ALL'ATTO DELLA PRESENTAZIONE DEL GIORNALE - OLTRE AL FATTO CHE E' SCRITTO IN TESTATA CON QUESTA DICITURA: Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46).

    La risposta del Fatto Quotidiano al "meraviglioso" scoop di Facci:


    Colti sul fatto

    Ebbene sì, Libero ci ha colti sul Fatto, anzi sul Misfatto. Il Fatto beneficia di una riduzione sulle tariffe per la spedizione del giornale sugli abbonati postali che sono meno di 10mila. Viceversa sugli abbonati online che ricevono l’edizione in pdf paghiamo un’Iva del 20% rispetto a meno del 4% che viene applicato alle vendite in edicola e agli abbondamenti postali. Il giornalista di Libero sa certamente che quello che lo scandalizza è un giroconto: le poste operano in monopolio ed applicano le tariffe più alte d’Europa prestando il peggior servizio d’Europa e lo stato restituisce alle stesse Poste il 50% delle tariffe applicate. Questo monopolio dovrebbe cessare il 31-12-2010. Siamo certi di poter ottenere sul libero mercato un prezzo ed un servizio molto migliore di quello pur agevolato ora concesso dalle Poste.

    La scritta "non riceve alcun finanziamento pubblico" posta sotto la nostra testata risponde al vero e viene messa in evidenza per assicurare ai lettori la più piena autonomia e indipendenza di questo giornale dai cosiddetti poteri forti includendo in questa categoria anche i partiti politici.
    Entro due mesi la nostra società presenterà la propria dichiarazione dei redditi relativi al 2009. Ne invieremo copia a Libero (giornale ben foraggiato di fondi pubblici attraverso il Partito Monarchico) che potrà verificare il rapporto dare-avere tra il Fatto spa e lo Stato.


    MA SOPRATTUTTO VORREI CHE LEGGESTE COSA SCRIVEVA MAURIZIO BELPIETRO, OGGI DIRETTORE DI LIBERO, DUE ANNI FA QUANDO ERA DIRETTORE DI PANORAMA QUANDO VENNE ATTACCATO PER LA STESSA COSA DA FELTRI ALLORA DIRETTORE DI LIBERO (giornale che evidentemente ricicla gli scoop):


    Belpietro: «Libero» di incassare dallo Stato

    Un paio di numeri fa mi sono occupato del finanziamento pubblico ai giornali di partito, che in 7 anni è costato alle casse dello Stato più di 1 miliardo di euro. Nell’articolo me la prendevo in particolare con quei quotidiani fantasma che vendono 1.000 copie ma incassano 2 milioni di euro. Un paio di righe dell’articolo erano dedicate anche alle testate che di partito non sono, ma che ricevono comunque fondi dallo Stato, e fra queste segnalavo Avvenire e Libero. Pur essendo uno dei più forti percipienti (39 milioni in 7 anni, fonte: presidenza del Consiglio), al giornale di Vittorio Feltri non riservavo alcuna critica. Ma, evidentemente, anche la semplice citazione ha infastidito l’amico, il quale ha reagito piccato, dandomi del bugiardo. La mia colpa? Avrei omesso di dire che Panorama e la Mondadori per i loro abbonamenti godono di tariffe postali agevolate. Feltri si chiede retoricamente che differenza ci sia fra lui e noi.

    Lo spiego subito. Il direttore di Libero gioca sulla scarsa conoscenza della legge sull’editoria. Da molti anni esiste una norma che riconosce ai giornali uno sconto sulle tariffe postali. È un provvedimento adottato da tutti i paesi europei e che mira a favorire la lettura e gli abbonamenti. Distribuire costa e gli editori tagliano le diffusioni concentrandosi sulle edicole dove si vende di più e dove arrivare costa di meno. Incentivando gli abbonamenti si consente a chiunque e con minor spesa di ricevere ciò che desidera. Allo sconto hanno diritto tutti i giornali, dunque anche Libero, se non fosse favorito da un privilegio di cui dirò in seguito. Panorama beneficia della tariffa agevolata e per ognuna delle 220 mila copie che spedisce paga 0,36 centesimi, che sono pochi in meno rispetto a quelli versati nei paesi europei per analoghi servizi. Panorama e la Mondadori non incassano 1 euro, semmai i soldi li prendono le Poste, sulla base di una trattativa che fanno con la presidenza del Consiglio. Si può discutere la tariffa agevolata, la si può criticare e perfino abolire, ma si tratta di un aiuto simile a quelli riservati a comparti giudicati utili, per esempio l’autotrasporto o l’agricoltura, cui lo Stato garantisce sgravi o crediti d’imposta, senza distinzioni d’impresa. È insomma un sistema pulito, che non altera la concorrenza, simile agli sconti per chi installa finestre a risparmio energetico o pannelli solari.

    Ciò di cui godono i giornali di partito è invece ben diverso. Si tratta di un finanziamento basato sulle spese e che prevede un contributo a piè di lista dell’ordine del 60-70 per cento. In pratica questi quotidiani più spendono e più ricevono. Più copie tirano, anche se non le vendono, e più incassano. Possono perfino permettersi un supplemento, tanto paga Pantalone. Lo Stato è per loro un socio di maggioranza che non ha diritto di voto, ma cui tocca contribuire per due terzi alla spesa. Un sistema chiuso, di cui pochi godono. Per ottenere i quattrini, il giornale deve infatti far capo a un gruppo parlamentare, a un movimento politico o a una cooperativa. Questo è il fondo da cui Libero attinge quasi 8 milioni di euro l’anno (dato riferito al 2006), chiaro? A questo punto qualcuno si domanderà che cosa c’entri il quotidiano di Feltri con i giornali di partito. Niente. C’entra solo per via di un furbo espediente escogitato 8 anni fa, quando Libero fu fondato. Siccome nessun editore era disposto a metterci troppi soldi e Feltri non intendeva rischiare i suoi, qualcuno si ricordò che esisteva un bollettino mensile del Movimento monarchico italiano, Opinioni nuove, registrato fin dal 1964 presso il tribunale di Bolzano. Il periodico era l’organo di un gruppo di amici, quattro gatti, che usciva quando e come poteva, ma riceveva un contributo di 20 milioni di lire l’anno dallo Stato. L’editore di Libero chiese ai monarchici di prendere in affitto la testata in cambio di 100 milioni di lire: un affare per i nostalgici del re, ma soprattutto per Feltri e i suoi, i quali s’inventarono una specie di supplemento quotidiano di Opinioni nuove. In grande si leggeva Libero, in piccolo, ma con la lente d’ingrandimento, la testata del Mmi, quella che aveva diritto ai contributi di Stato. L’Espresso se ne accorse e chiese lumi a Feltri, il quale giurò che avrebbe rinunciato ai finanziamenti. Una promessa dimenticata in fretta, perché appena un anno dopo, compreso che la testata Opinioni nuove era una gallina dalle uova d’oro, Libero chiese ai monarchici di comprarla per 500 milioni di lire. Agli orfani di Casa Savoia parve di sognare: il loro giornalino si rivelava il miglior investimento mai fatto. Perciò si affrettarono a vendere e a investire il ricavato in alcuni negozi a Bolzano. In realtà, il miglior investimento lo ha fatto Libero: chi di voi non pagherebbe 500 milioni di lire una tantum per poi incassare in 7 anni quasi 40 milioni di euro e chissà quanti altri nel futuro? Certo, bisogna riconoscere che, a differenza di altre imprese consimili, almeno quei soldi sono serviti a far nascere un giornale importante. A Feltri va dunque dato atto di aver fatto qualcosa di utile. Ma non deve arrabbiarsi se sorrido di fronte alla sua arrampicata sugli specchi per giustificare il finanziamento pubblico. È uno stile libero che non gli si addice.

    maurizio.belpietro

    Fonte

    BELPIETRO DIRETTORE DI LIBERO SARA' ANCORA D'ACCORDO CON QUANTO SCRIVEVA BELPIETRO DIRETTORE DI PANORAMA?????


    Edited by Ireth74 - 8/4/2010, 20:29
     
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18 replies since 8/4/2010, 15:52   322 views
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