fiera di essere italiana ... e contro chi non lo è

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  1. patna
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    Anche a Genova tagli spaventosi sul trasporto pubblico e sanità
     
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  2. marina.1
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    Figuratevi noi in Campania...distrutti sotto ogni punto di vista da bassolino!
     
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  3. laura^
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    dopo l'assenza di Maroni a Roma durante la fetsa della Repubblica, l'assenza di Alfano a Palermo durante il ricordo della strage di via D'Amelio, poteva andate qualcuno dei nostri amati ministri a bologna? certo che no.
    hanno altro da fare.....


    Niente ministri o sottosegretari
    alla cerimonia per il 2 agosto


    Sarà il prefetto Tranfaglia a rappresentare il governo, alla cerimonia in consiglio comunale per il trentennale della strage. Bolognesi (familiari delle vittime): "Mi auguro che ci ripensino"


    http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cr...segretari.shtml
     
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  4. laura^
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    La fuga dei ministri
    dalla piazza di Bologna

    di MICHELE SERRA

    Nel trentennale del gesto politico più sanguinario della storia repubblicana, Bologna per la prima volta ricorda i suoi morti senza il governo e (quasi) senza lo Stato. La presenza onorevole e simbolica del prefetto non basterà a coprire la voragine di un'assenza oggettivamente gravissima, perché sancisce ufficialmente la mancanza di una memoria condivisa.

    E dopo trent'anni, riconsegna il lutto alla comunità bolognese come fosse «cosa sua». I precedenti sono noti. La sentenza definitiva sulla strage, che ne attribuisce l'esecuzione ai terroristi neri (strage fascista, dunque, non è una forzatura ideologica) viene defalcata a «verità politica» da buona parte della destra italiana, così che anche la sola strage terroristica che abbia avuto una lettura giudiziaria pienamente conclusa viene risospinta nel limbo insopportabile delle mezze verità e dei misteri inafferrabili.

    Questa lesione, più recente, è andata a sommarsi al radicato astio che una piazza così orribilmente offesa già nutriva per il potere politico del tempo, accusato di depistaggi, coperture, silenzi: in due parole, di alto tradimento. Di qui la radicata pratica dei fischi rabbiosi che accolgono ogni anno governanti anche incolpevoli, ma giudicati responsabili della continuità omertosa dello Stato, simboli di un potere inaffidabile, ipocrita e distante.

    Non interessa, qui, valutare ragioni e torti di questa frattura che in trent'anni, piuttosto che ridursi, si è radicalizzata. Interessa misurarla, la frattura, in tutta la sua incurabile profondità: un lutto nazionale tra i più dolorosi e significativi viene infine giudicato non gestibile, politicamente incontrollabile, dal governo centrale, che lo rimbalza alle autorità locali (con macabro sarcasmo, si potrebbe dire che anche questo è federalismo...). Si noti che il ministro incaricato non avrebbe dovuto parlare in piazza ma in Comune, per tutelarlo dalle contestazioni e per tentare di interrompere il rituale aspro dei fischi. Tanto non è bastato al governo per decidere di essere a Bologna questo 2 agosto.

    La fuga di Roma da Bologna colpisce anche perché si aggiunge a un quadro di separazione progressiva e tumultuosa dei cittadini dalla politica, e della politica dai cittadini. Paiono vite parallele, dunque mai convergenti, anche quando l'occasione riguardi tanto la società quanto le istituzioni, vedi le commemorazioni palermitane di Falcone e Borsellino che sono state quasi «privatizzate» dai cittadini per evitare contiguità indesiderate.

    Probabile che anche a Bologna molte voci commentino con sollievo la latitanza del governo, «stiano pure a casa loro».
    Ma un Paese nel quale la politica teme il popolo (a meno di incontrarlo in festose adunate di consenzienti, o di farne comparsa per tripudi di massa) e il popolo disprezza la politica, è un paese schizofrenico, sdoppiato, e in ultima analisi paralizzato fino a che accada qualcosa che sblocchi questo impotente ringhiarsi, evitarsi, detestarsi.
    Se nell'agenda del governo, alla data del 2 agosto, non è segnata con l'evidenziatore la parola «Bologna», significa che il prezzo di quattro fischi non vale il dovere di rappresentare lo Stato, nemmeno nel chiuso di un Palazzo comunale. Sia viltà politica, sia pura sottovalutazione, sia il calcolato sgarbo a una città ex-rossa e oggi commissariata (e quasi felice di esserlo: altro scacco alla politica), è una prova di sconsolante debolezza
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  5. patna
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    La vergogna dei nostri ministri continua -
     
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  6. Cettinina
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    Vergognoso!!!!!
     
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  7. dango
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    CITAZIONE
    qualcosa che sblocchi questo impotente ringhiarsi, evitarsi, detestarsi.

    Siamo d'accordo: chi rappresenta il governo si porta sulle spalle il peso di una continuità oscura di certa parte di stato con mafia o con stragismi e non porta con se alcun messaggio nuovo rispetto ai soliti andazzi (anche se l'epoca degli stragismi è finita...).

    Il problema è che neppure si sa quale potrebbe essere questo sblocco, voglio dire che non solo non lo abbiamo a disposizione, ma, oggi come oggi, non riusciamo neppure a vederlo come un obiettivo futuro concreto a cui tendere...ed è questo che mi spaventa sopra ogni cosa. Non tanto il fatto di non arrivarci, ma il fatto di non sapere dove andarlo a cercare.
     
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66 replies since 2/6/2010, 10:07   629 views
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