I FOTOGRAFI

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted



    doisneau-04.jpg

    Robert Doisneau è uno dei più famosi e fin troppo sfruttati fotografi francesi:
    Studiò da ragazzo litografia all'école Estienne, presso Chantilly. Venne poi assunto all'età di ventidue anni, dopo aver lavorato come assistente dello scultore André Vigneau, presso le officine della Renault di Billancourt come fotografo industriale. Negli anni quaranta si impegnò nella Resistenza, dal 1945 cominciò a lavorare con Pierre Betz, editore del giornale Le Point e dal 1946 divenne fotografo indipendente per l'agenzia Rapho, fondata da Charles Rado e gestita all'epoca da Raymond Grosset; Doisneau rimase un fotografo della Rapho per circa cinquant'anni.
    Nel 1947 incontrò Jacques Prévert e Robert Giraud e, nello stesso anno, vinse il Kodak Prize. Morì a Montrouge, un sobborgo sud-est di Parigi, e venne seppellito a Raizeux, accanto alla tomba della moglie.
    La sua vita è trascorsa nella periferia parigina di Montrouge, dove ha fotografato strade e volti sempre differenti. Il suo nome viene ricordato soprattutto per le foto riguardanti la vita di strada della capitale francese, caratterizzate da una sincera e umoristica rappresentazione della società e dell'ambiente parigino.
    Doisneau amava immortalare la cultura dei bambini della strada e dei loro giochi, arrivando a conferire alle loro attività, seppur infantili, rispetto e serietà.

    « Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere. »
    (Robert Doisneau)
    (secondo me c'è riuscito)
    image

    image

    image




     
    .
  2. marina.1
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mi piace l'idea che hai avuto di inserire la fotografia.
    Le foto, ed il fotografo naturalmente sono splendide e ti trasportano immediatamente là dove sono state scattate...
     
    .
  3. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    Vorrei condividere con voi anche l'opera di un altro fotografo che trovo muy muy interessante:


    Mimmo Jodice

    è uno dei maggiori fotografi italiani contemporanei. Nato a Napoli nel 1934, Jodice ha iniziato a lavorare con la fotografia negli anni Sessanta. Dopo le prime sperimentazioni che indagavano le numerose possibilità espressive della fotografia, la sua attenzione si rivolse soprattutto alla realtà di Napoli nei suoi aspetti sociali, storici e paesaggistici. Con le "Vedute di Napoli" del 1980 ha inizio un profondo rinnovamento del suo linguaggio espressivo. Alla fine degli anni Ottanta Jodice inizia una serie di lavori sul mito del Mediterraneo, che saranno poi raccolti nel libro Mediterraneo, edito da Aperture ( New York) nel 1995. Tra le ultime opere ci sono quelle delle serie: "Eden" del 1998, "Il Reale Albergo dei Poveri" (1999-2000) e "Isolario Mediterraneo" (1999-2000)."Eden" offre una visione di Napoli come paradiso terrestre "che - come scrive Germano Celant - continua a sopravvivere tra positivo e negativo, tra dolcezza e violenza, tra bene e male. Tale metafora del mondo è un giardino lussureggiante, punto di comunicazione tra cielo e terra, abitato da ogni specie di cose e di prodotti, che alimentano la vita ". Nel 1999 con "Isolario Mediterraneo Jodice affronta un viaggio verso le isole del Mediterraneo che, come egli stesso ha scritto: "parte dalla distesa infinita del mare per condurci alla dimensione infinita dell'isolamento".

    aggiungo io che mi ha colpito l'uso del bianco e nero e il lavoro fatto in fase successiva allo scatto, l'uso della carta , insomma un tecnico che parla con soggetti che fotografat da altri sarebbero risultate banali
    image
    image

    image

    Uploaded with ImageShack.us


     
    .
  4. Benucci
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mimmo Jodice è stato il mio professore di fotografia all'Accademia :)
    L'ho sempre apprezzato molto come artista :)
    Come uomo un po' meno <_< , diciamo che non è proprio il prototipo della simpatia.... -_-
     
    .
  5. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ma davvero??? che ficoooo
    non era un grande essere umano?e vabbeh..Con tutti gli antipatici (eufemismo) che ci sono al mondo che non sanno fare niente, almeno questo sapeva far qualcosa. :)
    Bella Benu!!!
     
    .
  6. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ste, ottima l'idea di questo topic...oltretutto di fotografia non so nulla per cui ogni nuova è buona nuova per me.
    Robert Doisneau mi ha ....come sospesa, tra un mezzo sospiro e un mezzo sorriso :) e la prima immagine di Jodice che hai postato colpisce nettamente, con quei toni di luce cosi' particolari..
     
    .
  7. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    C'è una fotografa che Nicole Kidman ha interpretato in un film recente. La fotografa è Diane Arbus, il film è Fur.
    Le opere per cui la Arbus è oggi maggiormente conosciuta sono le sue fotografie che ritraggono outsider, come travestiti, nani, giganti e prostitute, così come normali cittadini in pose e atteggiamenti che trasmettono la sgradevole sensazione che qualcosa è seriamente sbagliato. Il suo approccio voyeuristico, tuttavia, non sminuiva i suoi soggetti, come avrebbe potuto avvenire facilmente. Nella maggior parte dei suoi ritratti i soggetti si trovano nel proprio ambiente, apparentemente a proprio agio; invece, è lo spettatore che è messo a disagio dall'accettazione del soggetto del proprio essere "freak". Negli anni sessanta ricevette due borse di studio dalla Fondazione Guggenheim e insegnò fotografia in diverse scuole a New York e Amherst negli ultimi anni della propria vita. In seguito a sempre più frequenti crisi depressive, si tolse la vita il 26 luglio 1971.
    La Arbus prediligeva le macchine fotografiche reflex medio formato che davano foto quadrate. Molte sue fotografie sono apparse su riviste come Harper's Bazaar, Esquire e The Sunday Times. Ha studiato per molto tempo con l'amico Richard Avedon.
    Nel 2006 Nicole Kidman ha interpretato la fotografa nel film Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus. La storia (inventata) si propone di mostrare come Diane abbia potuto apprezzare il mondo della diversità entrando gradualmente nel mondo dei Freaks

    Le immagini per quanto scattate con un occhio per nulla denigratorio sono comunque lievemente inquietanti.






     
    .
  8. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Lo hai visto Fur?

     
    .
  9. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    Grazie della clip no non l ho visto e uno dei tanti scaricando
     
    .
  10. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ho trovato QUESTO SITO che tratta di fotografi famosi, secondo voi su quali vale la pena di approfondire?
     
    .
  11. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    da REP.IT

    Quando si parla di fotografi che aiutano a comprendere il mondo in cui viviamo usiamo spesso il termine "genio". Un termine di cui sicuramente si abusa ma che nel caso di Joseph Szabo non ammette alternative. Anzi, forse potrebbe essercene una: "maestro". Szabo (classe 1944) ha attraversato in lungo e in largo la storia d'America, una storia che è però coincisa con i turbamenti, i sogni, le angosce di almeno 3 generazioni. Szabo ha insegnato e spiegato a chi era da quest'altra parte dell'Oceano, cosa accadeva e lo ha fatto attraverso il suo obiettivo che è diventato una porta d'accesso ad un immaginario fino allora sconosciuto a tutti coloro che non avevano la possibilità di essere lì, in quel momento della storia. E basta guardare le immagini di questa galleria in esclusiva per Repubblica. it, per farsene un'idea. Sono scatti storici che appartengono a tutti perché il lavoro di Szabo ha contribuito a costruire una grande e irripetibile memoria colllettiva. Sono istantanee di un mondo che abbiamo e ci ha attraversato e testimoniano in forma quasi di diario le evoluzioni dello stile, del comportamento di un Paese senza distinzioni di classe, razza, ceto politico. Dove il perfetto si mischia al suo contrario. Le sue immagini non sono tagli chirurgici su uno o l'altro aspetto del mondo che ci circonda perché dentro c'è davvero tutto. Vale solo per la cronaca segnalare che i lavori di Szabo sono uno dei fiori all'occhiello delle più grandi gallerie internazionali e i musei del mondo. I lavori che presentiamo in questa galleria sono quelli della grande mostra dedicata a Los Angeles al fotografo dalla M+B (612 North Almont Drive - fino al 14 agosto) una della galleria che grazie al lavoro di Shannon Richardson, che da anni si pone come punto di riferimento per il lancio di nuovi artisti ma anche per il "recupero" dei grandi maestri da far conoscere ai giovani. E questo è davvero il caso di Joseph Szabo.

    LE FOTO
     
    .
  12. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    Erwitt , Avedon, Bresson, Newton.. sono assai famosi, gli han dedicato molte mostre (se non sbaglio quella di Erwitt risale a un paio di anni fa ai Musei Capitolini, le polemiche scatenate dalle immagini pubblicitarie di O. Toscani sono anche cosa "cognita" e di interesse .. gli altri non li conosco molto, quindi, grazie del sito così me li spizzo pian piano, come al poker.
    Un bacione!
     
    .
  13. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    ho visto ora le foto di Szabo, veramente ti immerge nell'america anni settanta , senza bisogno di parole..
     
    .
  14. miciobicio
        Like  
     
    .

    User deleted


    Usa, compra negativi al mercatino. "Valgono 200 milioni di dollari"

    Compra per 45 dollari dei negativi al mercatino dell'usato di Fresno, California, e dieci anni dopo glieli valutano 200 milioni di dollari (153.760.000 euro). E' accaduto a Nick Norsigian, appassionato di fotografia che individua in una scatola di negativi antichi stampati su vetro una certa somiglianza con la serie Yosemite National Park del padre della fotografia in bianco e nero Ansel Adams. A distanza di dieci anni quei negativi vengono autenticati dall'esperto di fotografia Patrick Alt: non si tratta di una semplice somiglianza, le foto sono state scattate proprio da Ansel Adams e rappresenterebbero l'anello mancante nella produzione del celebre fotografo. I 65 negativi, formato 16,5 x 21,6 centimetri, che raffigurano paesaggi intorno a San Francisco e al parco Yosemite sarebbero stati impressi tra il 1919 e il 1930, ovvero in un periodo che fino ad oggi era stato ritenuto dagli esperti privo di materiale in seguito a un incendio che nel 1937 avrebbe distrutto parte del lavoro di Adams. Ma gli eredi del fotografo americano invitano alla cautela: i negativi sarebbero arrivati sul banco del mercatino di Fresno tramite un rigattiere di Los Angeles che li ha acquistati in blocco insieme ad altri materiali provenienti da un magazzino a Pasadena. Qui Adams, che usava le immagini come materiale didattico per i suoi corsi, li avrebbe abbandonati tutti accuratamente conservati in carta di giornale e buste (di BENEDETTA PERILLI)

    image

    image

    image



    Di chi sono veramente i negativi attribuiti al grande fotografo?
    New York, 29 lug. (Apcom)
    - L'"affare Ansel Adams" potrebbe anche concludersi con un nulla di fatto. Non è scontato infatti che Rick Norsigian, l'acquirente del mercatino di Fresno in California, riesca a portare a termine la speculazione sulla vendita dei negativi attribuiti al padre della fotografia americana, valutati ieri l'astronomica cifra di 200 milioni di dollari. Mathew Adams, nipote e erede del fotografo, e alcuni esperti avanzano forti perplessità sulla paternità degli scatti. Il nipote fa leva su un errore di ortografia che compare su una delle buste in cui i negativi erano conservati. La calligrafia sembra essere quella di sua nonna, ma, a detta del nipote, la signora Adams, donna istruita e colta, non avrebbe mai potuto fare un simile errore. Poi, anche ammesso che gli scatti siano autentici, comunque non varrebbero 200 milioni di dollari, visto che si tratta solo di negativi e non di stampe fotografiche, mentre il grande valore del lavoro di Adams sta proprio nelle innovative tecniche di sviluppo. Anche William Turnage, manager di Adams responsabile dei diritti di sfruttamento delle immagini del fotografo, si mostra molto scettico. "Potrebbero essere di chiunque. Avete idea di quante persone hanno fotografato il parco Yosemite tra gli anni '20 e '30?" risponde al Wall Street Journal, avanzando il sospetto che gli esperti che supportano Norsigian siano solo motivati dalle facili possibilità di guadagno.
     
    .
  15. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Certo che se poi si risolve tutto in niente per il fotografo.acquirente dei negativi, c'è di che strapparsi i capelli dalla disperazione...

    ...ma se invece...significherebbe semplicemente diventare un'altra persona con un'altra vita....
     
    .
14 replies since 6/6/2010, 20:18   304 views
  Share  
.