IL CELIBATO DEI SACERDOTI

un'obbligo imposto dalla Chiesa

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  1. patna
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    Devo dire che Mario ha ragione - il pontificato di Wojtyla è stato comunque repressivo -

    Una voce critica Il teologo cattolico dissidente Hans Küng

    - Prima contraddizione.
    Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini all’esterno ma li ha negati all’interno, cioè ai vescovi, ai teologi e soprattutto alle donne.


    - Seconda contraddizione.
    Grande ammiratore di Maria, il Wojtyla predica gli ideali femminili, vietando però alle donne la pillola e negando loro l’ordinazione


    - Terza contraddizione.
    Questo Pontefice predica contro la povertà di massa e l’indigenza nel mondo ma, al tempo stesso, con la sua posizione in merito al controllo delle nascite e all’esplosione demografica, si è reso colpevole di questa indigenza.


    - Quarta contraddizione.
    Karol Wojtyla propaganda una figura sacerdotale maschile caratterizzata dal celibato ed è, quindi, il principale responsabile della catastrofica carenza di sacerdoti, del collasso dell’assistenza spirituale in molti Paesi e dello scandalo della pedofilia nel clero, ormai venuto alla luce


    - Quinta contraddizione.
    Il Papa polacco ha praticato un numero elavatissimo di canonizzazioni, ma al tempo stesso ha ignorato l’inquisizione attuata nei confronti di teologi, sacerdoti e membri di ordini malvisti dalla Chiesa. Come Pio XII fece perseguitare i più importanti teologi del suo tempo, allo stesso modo si comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore Ratzinger

    <b>- Sesta contraddizione.
    Il Papa elogia spesso e volentieri gli ecumenici, ma al tempo stesso ha pesantemente compromesso i rapporti con le Chiese ortodosse e con quelle riformiste ed evita il riconoscimento dei suoi funzionari e dell’eucarestia.


    - Settima contraddizione.
    Come Vescovo suffraganeo e poi Arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla ha preso parte al Concilio Vaticano II. Una volta diventato Papa, ha però disprezzato la collegialità del Pontefice con i Vescovi decretata proprio al Concilio.


    - Ottava contraddizione.
    Questo Papa ha cercato il dialogo con le religioni del mondo, ma contemporaneamente ha disprezzato le religioni non cristiane definendole «forme deficitarie di fede».


    - Nona contraddizione.
    Il Papa polacco ha assunto la funzione di rappresentante della fede in un’Europa cristiana, ma il suo ingresso trionfale e la sua politica reazionaria hanno involontariamente favorito l’inimicizia nei confronti della Chiesa, se non addirittura l’avversione contro il Cristianesimo stesso.


    - Decima contraddizione.
    Come carismatico comunicatore e «star» mediatica, questo Papa fino alla sua veneranda età ha fatto presa in particolare sui giovani, ma si è appoggiato soprattutto ai «nuovi movimenti» di origine italiana, all’Opus Dei di casa in Spagna e a un pubblico acritico e fedele del Pontefice. Tutto ciò è sintomatico del rapporto del Papa con la laicità e della sua incapacità di dialogare con un pubblico critico.


    - Undicesima contraddizione.
    Giovanni Paolo II ha offerto nel 2000 una pubblica confessione dei peccati per gli errori della Chiesa nel passato, senza però trarne alcuna conseguenza pratica.


    - Conclusioni.
    Per la Chiesa cattolica questo Pontificato si rivela, nonostante i suoi aspetti positivi, una grande speranza delusa, in fin dei conti un disastro, perché Karol Wojtyla, con le sue contraddizioni, ha profondamente polarizzato la Chiesa, allontanando i suoi innumerevoli uomini e gettandoli in una crisi epocale. I vescovi sono stati uniformati, i padri spirituali sovraccaricati, i teologi dotati di museruola, i laici privati dei diritti, le donne discriminate, le iniziative popolari dei sinodi nazionali e delle chiese ignorati. E poi ancora scandali sessuali, divieti di discussione, dominio liturgico, divieto di predica per i teologi laici, esortazione alla denuncia, impedimento dell’eucarestia.


    La grande credibilità della Chiesa Cattolica, cioè quella ottenuta da Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II, ha lasciato il posto a una vera e propria crisi della speranza. Questo è il risultato della profonda tragicità personale di questo Papa: la sua idea cattolica di stampo polacco (medioevale, controriformista e antimoderna), in qualità di Pontefice Karol Wojtyla l’ha voluta portare anche nel resto del mondo cattolico. Si è però verificato il contrario di ciò che egli sperava: la Polonia stessa è stata travolta dal moderno sviluppo secolare e, dopo la sostituzione dell’alleanza elettorale in carica fino al 2001, Solidarnosch, si appoggia sempre meno alle idee di fede e di morale promosse dal Pontefice.


    (Hans Küng teologo cattolico dissidente da corriere.it )
     
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  2. marina.1
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    Sicuramente Paolo VI, che non ha avuto alcun successo mediatico, è stato un papa molto più aperto ed illuminato di Wojtyla. Durante il suo pontificato ci furono momenti di grande difficoltà risolti attraverso il dialogo e non l'imposizione. A quel tempo ero molto inserita in una comunità ecclesiale del dissenso e ricordo che c'erano molte attese e molte speranze.
    Wojtyla ha ripristinato la visione verticistica, meno comunitaria ed ecclesiale della Chiesa; il "popolo di dio" è stato riportato nei ranghi. Dalla sua aveva una forte carica di umanità, un innegabile carisma ed una fede vera, che traspariva da ogni azione e da ogni parola.
    Ratzinger...non ha niente! (di buono...)
     
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16 replies since 2/9/2008, 16:45   175 views
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