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PROVENZA…CONTINUA IL TOUR….
Fonti: Viaggioineruropa.it; tourisme.ville-arles.fr; wikipedia; viaggiscoop.it;
Pronti per risalire sul bus? Ed allora, dopo l’ultimo saluto ad Aix…via verso Salon de Provence.
E' innegabile che provochi qualche brivido pensare che in questo tranquillo paesino della Provenza abbia vissuto il più famoso astrologo e profeta di tutti i tempi.
A Salon de Provence Nostradamus ha vissuto e vi è morto, scrivendo le sue famose centurie che secondo molti hanno previsto e continuano a prevedere i più importanti avvenimenti del mondo. Salon è un paese piccolo, pulito, ordinato e con poche cose da vedere: merita comunque una visita, anche solo per entrare nella casa di Nostradamus e visitarne il museo. Le château de l'Empéri, che sorge al centro della città e fu l'antica dimora degli arcivescovi di Arles. Dopo la ripida scalinata si entra nel castello che dopo aver ospitato per secoli molti re francesi, oggi è adibito a Museo dei Costumi militari francesi. Ci sono circa 30 sale che mostrano la storia degli eserciti francesi da Luigi XIV al 1918.
Poco più avanti, per Rue de l'Horloge,
si visita la strana Fontana di Muschio, portafortuna della città che esisteva già dal XVI secolo. Il calcare uscito dall'acqua e il muschio hanno preso possesso della fontana, dandole questa strana forma di fungo gigante.
Tornando indietro lungo Rue de l'Horloge si giunge alla piazzetta con la Casa Museo di Nostradamus.
La Casa di Nostradamus è un museo dedicato alla vita del famoso astrologo che dal 1992 si trova nella casa dove Nostradamus visse dal 1547 al 1566, anno della morte. Uno spazio multimediale permette di scoprire la vita dell'astrologo raccontando l'infanzia a Saint-Rémy-de-Provence, la formazione di medico fino alla svolta da astrologo e futurista. Il museo comprende anche un secondo spazio che però ospita mostre temporanee che variano durante l'anno. C'è una piccola libreria dedicata al 1500, il secolo di Nostradamus e l'immancabile vendita di souvenir. Per gli studiosi, sono disponibili su richiesta le copie delle sue opere più famose.
Ed adesso…diritti ad Arles
Abitato celtico colonizzato dai greci, Arles diventa romana con Giulio Cesare che nel 46 a.c. vi installa i veterani della vi legione. Si tratta della prima epoca d'oro per la "piccola Roma dei galli", che sarà anche un grande centro religioso del primo cristianesimo. Dolorosamente segnata durante le invasioni dell‘alto medioevo, la città rinasce nel XII secolo e lo splendore dei suoi monumenti medievali testimonia ancora della vitalità e della ricchezza di questo periodo. Nel XVII e XVIII secolo assistiamo alla costruzione dei numerosi e lussuosi palazzi che ancora oggi conferiscono al centro storico tutto il suo fascino. Qui si trovano i maggiori monumenti della storia di Arles, di cui sette sono classificati dall’ UNESCO patrimonio mondiale dell‘umanità. Arles possiede il labello « città d’arte e storia » e fa parte dell’A.V.E.C associazione che raggruppa le città d’arte e di cultura in Europa.
Alla fine del XIX secolo vi ha vissuto Vincent Van Gogh, che vi dipinse alcuni dei suoi quadri tra i più celebri. Il nome di Arles, infatti, è indissociabile da quello di Van Gogh e non si può parlare di Arles e della luminosità del suo cielo senza pensare ai quadri del maestro.
E’ la luce che ha attirato Van Gogh nel sud. Il pittore arriva ad Arles un giorno di febbraio 1888 alla ricerca della luce esterna e di una illuminazione interiore. Comincia allora un periodo di intenso e appassionato lavoro nella luce del sud. Il soggiorno ad Arles, è il periodo più fecondo della sua vita , il più produttivo tra tele e disegni : più di trecento quadri nello spazio di 15 mesi, i quali costituiscono uno dei capitoli più brillanti della storia dell’arte.
Sebbene nessuna di queste opere sia rimasta ad Arles, l’ombra del pittore è dappertutto.
Una curiosità:vi passò l'intera esistenza anche Jeanne Calment, nata nel 1875 e morta nel 1997 a 122 anni, 5 mesi e 14 giorni, che detiene il record di longevità umana legalmente provata.
I monumenti di Arles meritano una visita approfondita. Iniziamo da la Cathédrale de St-Trophime, dove fu incoronato anche Federico Barbarossa. Il duomo ha conservato l’impianto dei secoli XI e XII ma ha rimaneggiature del ‘600. Il portale è una delle massime espressioni della scultura romanica
Al centro di place de la République sulla fontana seicentesca troneggia un obelisco proveniente dal Circo Massimo
Il Theatre Antique, costruito sotto Augusto nel I secolo a. C. originariamente si presentava con tre ordini di arcate; dopo più di duemila anni, svolge ancora un onorato servizio!
Les Arènes, anfiteatro oggi consacrato alle corride, fu costruito verso la fine del I secolo d. C. ed ha un ottimo stato di conservazione
Imponenti i resti delle Thermes de Costantin, costruite durante il regno del primo imperatore cristiano.
Arles possiede 3 musei notevoli : Il Museo Arles antico e dipartimentale sorge dal 1995 in riva al Rodano. Progettato dall’architetto Henri Ciriani e costruito sui resti del circo romano, il museo presenta le collezioni archeologiche della città e del suo territorio, che vanno dal neolitico fino alla fine della tarda antichità.
Il museo Arlaten, museo provinciale di etnografia, creato nel 1896 da Frédéric Mistral, scrittore regionalista, e sito nel palazzo Laval-Castellane del XV secolo , presenta una ricca collezione di abiti tradizionali, utensili da lavoro, oggetti di culto e di superstizione, che testimoniano della vita dei provenzali nel XIX secolo.
Il museo Réattu e la donazione Picasso : il museo si trova nell’antico grande priorato di malta, offre al visitatore delle opere di Jacques Réattu, pittore a cavallo tra il VXIII e il XIX secolo, di vari artisti moderni e contemporannei (Picasso, Zadkine ed Alechinsky) e una notevole collezione di fotografie.
Salutata Arles ci dirigiamo verso Tarascona
Curioso destino quello di Tarascona, una bella località della Provenza, splendidamente posizionata lungo le rive del Rodano, con un patrimonio storico e architettonico di assoluta eccellenza, ma più conosciuta in Francia per la leggenda della Tarasca e nel mondo per il famoso libro di Alphonse Daudet "Tartarino di Tarascona", che per le sue bellezze artistiche.
In Francia è conosciuta come la città di "Conti e di leggende", la più famosa delle quali è quella della Tarasca, un mostro metà coccodrillo e metà drago con le ali, che abitava in una foresta fra Tarascona, Arles e Avignone. Come in tutte le leggende che si rispettano anche questo mostro mangiava uomini, donne e bambini tanto che la popolazione chiese aiuto a Santa Marta che, dopo aver cosparso la Tarasca con acqua benedetta, la condusse fino al più vicino villaggio dove fu lapidata. Questa leggenda è ricordata nel mese di giugno di ogni anno con una grande manifestazione folcloristica.
Miti e leggende a parte, Tarascona è una piacevolissima città di antichissime origini, abitata già dai fenici e dai greci e poi diventato un importante Castrum romano a protezione della Via Domiziana e per il controllo della navigazione sul Rodano. Nei secoli successivi fu terra di tutti (Visigoti, Burgundi, Franchi, Saraceni) e cosi fino al medioevo quando Tarascona ebbe il periodo del suo massimo splendore, diventando un importantissimo centro religioso e amministrativo di cui si possono vedere delle splendide testimonianze storiche ed artistiche.
Per prima cosa visitiamo lo Chateau, così bello che Renato d’Angiò una volta portatolo a compimento, verso il 1450,lo elesse a sua residenza prediletta. Tra il ‘600 ed il 1926 divenne una sicura prigione…
Presenta una felicissima simbiosi tra imponenza ed eleganza con le due torri cilindriche in direzione della città contrapposte alle due quadrate sulle rive del Rodano.
Un ultimo sforzo per salire le scale della Torre dell'Artiglieria e si sbuca su una terrazza panoramica che da sola vale la visita: il colpo d'occhio a 360° è veramente eccezionale sul Rodano, sulla piana di Tarascona, verso Arles e l'Abbazia di Montmajour, sulle alture circostanti delle Alpilles e della Montagnette e più lontano verso il Monte Ventoux.
Quasi di fronte al castello vi è la chiesa di Ste- Marthe: fu iniziata in forme romaniche (1197) di cui vediamo ancora il raffinato portale sul fianco destro per poi avere una notevole impronta gotica come mostra il campanile.
Stanchi vero, allora ci fermiamo in attesa delle prossime tappe....
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