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dango.
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Concordo con Cetty sul fatto che l'inciviltà non fa distinzioni tra nord e sud, ma soprattutto concordo con Marina sulla profonda diversità con cui una fetta di popolazione si rapporta con la cosa pubblica. Al nord, nel dissenso o nel consenso, la cosa pubblica, l'istituzione, è sempre vissuta come parte del contesto in cui viviamo e a volte è anche punto di riferimento. Al sud tutto questo è ben più diffcile perchè da 150 anni a questa parte lo Stato, in tutte le amministrazioni che si sono succedute, non hai veramente realizzato un piano di sviluppo per il sud degno di questo nome. Il povero sud che vive di turismo contrapposto al ricco industrializzato nord...e allora, almeno in un certe situazioni particolarmente disagiate, fiorisce e prospera l'abitudine a vivere la cosa pubblica come ostile, come un concetto astratto a cui non si deve nulla se non cercare di aggirarne le limitazioni .
Non lo giustifico ma lo comprendo e lo comprendo ben di più quando l'inciviltà e una certa "furbizia" vengono da chi ha un retroterra di difficoltà e mancanza di cultura (in senso di formazione all'educazione civica), piuttosto che se vengono da chi lo fa veramente per spregio e noncuranza come la "signora" descritta da Carla che lascia la spazzatura per terra per non sporcarsi le scarpe nuove.
A questo quadro poi si aggiunge anche un'endemica e continuativa mancanza di mezzi: se i camion della spazzatura non passano, se gli inceneritori non bastano, come fa il cittadino lasciato a se stesso con un'amministrazione al solito latitante e carente?
Saviano nel suo splendido Gomorra, ha dedicato un intero capitolo alla questione della spazzatura, chi avrà la pazienza di leggerlo lo troverà di certo illuminante perchè in definitiva la raccolta dei rifiuti è un grande business in mano alla mafia attorno a cui si raccolgono interessi economici (soprattutto nordici) e connivenze politiche e in cui da tempo certe regioni del sud sono state trasformate in discariche a cielo aperto.
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