il dopo-elezioni

cosa ci aspetta?

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  1. dango
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    Inizio la discussione con una dichiarazione presa da Rep.it

    L'accordo con Bossi si baserà sullo scambio Federalismo (con dentro l'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica) e Giustizia. Resta da capire se Berlusconi intende fare le riforme da solo, oppure anche con il concorso dell'opposizione. Su questo Berlusconi non si è espresso, ma sia l'editoriale del direttore del Tg1 - certamente non sconosciuto al premier - sia la dichiarazione del portavoce Paolo Bonaiuti, aprono al dialogo. La condizione, naturalmente, è che Bersani rompa con Di Pietro.

    qui il resto dell'articolo

    Un'altra bella chicca riguarda l'immediata calendarizzazione del ddl sulle intercettazioni... :wallbash.gif: :wallbash.gif:

    Cmq già sull'introduzione a forza del presidenzialismo (inteso come elezione diretta del premier) nel federalismo ho molte perplessità, tra cui per prima, ma quale è il legame tra le due cose? Mi era parso si parlasse di federalismo fiscale...
    Dopodichè sull'apertura al dialogo voglio proprio vedere, se è sostanziale o solo formale (dato che fino ad ieri sbraitava che con Bersani non è possibile confrontarsi..)
     
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  2. ErTigre
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    riporto in questo post una discussione che abbiamo fatto con Dany nel topic delle regionali:


    CITAZIONE (ErTigre @ 30/3/2010, 15:07)
    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 13:56)
    Di quest'articolo colgo una serie di cose:
    -secondo il suo autore Berlusconi avrebbe vinto il referendum plebiscitario sulla sua persona in cui è riuscito a trasformare queste regionali: vero secondo me fino ad un certo punto perchè se si guardano i dati aggegrati a livello nazionale (già postati in post precedenti) si vede benissimo che la formazione di centro-destra ha retto nella sua globalità (come dire, senza mezzi termini, che se tornassimo al voto adesso vincerebbero di nuovo), ma la forza trainante per la vittoria non è più tanto il pdl quanto la lega. Quindi è un plebiscito vinto a caro prezzo perchè trasforma l'alleato, che prima andava abbastanza a ruota, in fattore arbitrale ed addirittura primario in quanto primeggiante al nord.
    Interessante quindi anche la considerazione dell'articolista sul fatto che la posizione assunto della lega è sia il fattore che maggiormente ha garantito la vittoria del pdl, ma anche il fattore che puo' portare ad una futura destabilizzazione in termini di scambi di posizioni di potere.

    Ma.. io penso che una lega forte, contrariamente a ciò che molti dicono, sia un fattore aggregante per il governo anziché disaggregante. E mi spiego meglio: una lega indebolita in queste regionali (ed un pdl invece avanzante) che commenti pensate che avesse destato in questo momento? Che la lega sarebbe stata accusata di aver preso la residenza a Roma e nei palazzi del potere centrale e di aver abbandonato e lasciato allo sbando il suo popolo del nord, per cui questo l'avrebbe portata a cambiare i suoi rapporti con gli alleati di governo, e a iniziare ad allontanarsi da loro.
    Mentre una lega che a queste regionali si rafforza vorrà sicuramente mantenere stabile la sua fedeltà all'alleato e al governo. Senza dubbio questo la porterà ancor di più a spingere sul federalismo fiscale... ma questo è nei patti dell'alleanza e pure nei programmi di coalizione. Sarebbe ora che le riforme previste fossero fatte.

    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 15:43)
    E' vero che e' un fattore aggregante, ma lo è fino a quando gli obiettivi reciproci (federalismo fiscale e riforma della giustizia oggi e presidenzialismo domani) riescono a non ostacolarsi tra di loro....ma, il punto è che ora, nessuno dei due puo' permettersi di mollare e dato che perseguono fini diversi e che il Senatur ha bisogno anche dell'opposizione per far passare il federalismo fiscale, il punto di forza puo' diventare di debolezza.
    Non è infatto la prima volta che Bossi si irrita con Berlusconi perchè preme troppo sulla giustizia (la sua fissa naturalmente :D) a discapito del suo federalismo. ;)

    CITAZIONE (ErTigre @ 30/3/2010, 16:33)
    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 15:43)
    ma, il punto è che ora, nessuno dei due puo' permettersi di mollare e dato che perseguono fini diversi e che il Senatur ha bisogno anche dell'opposizione per far passare il federalismo fiscale, il punto di forza puo' diventare di debolezza.

    Mah.. anche questa, dal mio punto di vista, si può vedere come un punto di forza e non come una debolezza.. cioè io la vedo una cosa buona che berlusca abbia come alleato uno che ha bisogno anche dell'opposizione per far passare il federalismo fiscale.. nel senso che può essere un bene un Bossi che fa da collante per tenere buoni i rapporti con la controparte politica, cosa che non si può dire che ci può essere a sinistra tra bersani e dipietro.

    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 16:40)
    Bersani e Di Pietro li "incolla" per quanto sia possibile incollarli, il Cavaliere stesso :D... ma non sono loro, in questo momento, che devono varare le promesse riforme!!!
    E sulle questioni di giustizia, mi sa che si va allo scontro anche peggio del federalismo fiscale, sul quale oltretutto mi piacerebbe sapere cosa ha in mente la lega.
    E' un fatto che fino ad ora, lo hanno "tenuto in fresca" l'argomento...nonostante tutti i tentativi della lega di partire.

    CITAZIONE (ErTigre @ 30/3/2010, 17:14)
    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 16:40)
    Bersani e Di Pietro li "incolla" per quanto sia possibile incollarli, il Cavaliere stesso :D...

    Quel che volevo dire io... che se un accordo, con la buona volontà di tutti e 4, potrebbe essere trovato sul federalismo fiscale, ma sulla giustizia (che Silvo metterà alla pari come cosa a fare), pur con tutta la buona volontà dei 3, DiPietro non firmerà mai un accordo con berluscuni (e bersani non firmerà mai senza dipietro); la cosa ricadrà su di Tonino (e Silvio non mancherà di sottolinearlo) e verrà presentato a Bossi come il solo colpevole del mancato accordo.
    Penso che alla fine, anche per questo, si arriverà all'accordo di fare le riforme senza l'opposizione e si andrà al referendum con le tasche piene di corna e cornicchi ;)

    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 17:32)
    Scenario possibile, anzi probabile....perchè Tonino e Silvio sulla giustizia peggio del diavolo e dell'acqua santa :D, ma se il Silvio insiste per premere troppo sulla giustizia, blocca anche il federalismo di Umberto e il sodalizio si incrina.

    Poi tu prospetti il quadro referendario senza accordo tra maggioranza ed opposizione, ma su cosa: su giustizia o federalismo?
    E seconda domanda:(parlando di giustizia) siamo sicuri che una riforma di questa portata (se fatta fino in fondo comporta secondo me di rivedere anche parti della Costituzione) possa essere gestita a livello referendario?

    CITAZIONE (ErTigre @ 30/3/2010, 17:55)
    Io prospetterei (anzi spererei) in una riforma che sia in linea con quella approvata anni fa che fu poi bocciata al referendum. Ma di non troppo, se non ricordo male.. e considerando che c'era stato il boicottaggio dell'udc e che era stata fatta col governo Prodi in carica, penso che stavolta potrebbe anche passare.
    Naturalmente diverse cose dovranno essere limate e anche cambiate soprattutto nel campo del federalismo fiscale e sulla giustizia, ma se restano in ballo solo lega e pdl, non tarderanno a trovare un accordo soddisfacente.

    E poi, come ho detto prima... via ai corni e cornicchi :D

    CITAZIONE (ErTigre @ 30/3/2010, 18:08)
    CITAZIONE (dango @ 30/3/2010, 18:01)
    OK, dopo vado a ribeccarmi il testo, se ci riesco, perchè non me la ricordo bene.

    Cmq lui vuole anche il Presidenzialismo, cosi' si toglie di torno tutti i Napolitano del mondo, e pare abbia pure detto che lo vuole subito anche senza l'opposizione. E qui la vedo moooltoo dura.

    Presidenzialismo, o elezione diretta del Premier.. come era previsto.. se non ricordo male, in quel testo ;)

     
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  3. dango
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    Grazie Mario :)

    A proposito di presidenzialismo ho beccato, credo su rep.it, una citazione dello stesso Fini in cui affermava che il Presidenzialismo ad oggi è solo una scatola vuota tutta da riemipre...si va infatti da un presidenzialismo alla francese (dice Fini) in cui il Presidente conta relativamente ad un Presidenzialismo stile Obama...che si dice da se':).

    Mi pare che ci sia una bella differenza :D....cmq, se ho tempo, vado a caccia di qualche informazione in più. ;)
     
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  4. dango
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    A proposito di cosa ci aspetta in futuro abbiamo anche Berlusconi su FB.

    http://www.repubblica.it/politica/2010/04/...rinale-3062880/

    In altre parole, dato che il popolo della rete è costutito in granparte da coloro che preferiscono spazi e siti della rete invece di quelli più istituzionali delle tv, adesso la longa mano arriva fino a qui e anche Fb diventa una delle sue piazze (virtuali).

    Se poi, dato che Lui è in FB, qualcuno comincerà a pensare di mandare anche li' la Digos....sarà l'inizio della fine.

    Saro' catastrofica ma la rete è davvero l'unico luogo di informazione veramente libero, da audience, da commissioni di controllo, da Autorità varie...la sola idea che potrebbe esserci un tentativo di assoggettamento, mi fa stare malissimo.


     
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  5. ErTigre
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    CITAZIONE (dango @ 1/4/2010, 17:24)
    A proposito di cosa ci aspetta in futuro abbiamo anche Berlusconi su FB.

    www.repubblica.it/politica/2010/04/...rinale-3062880/

    In altre parole, dato che il popolo della rete è costutito in granparte da coloro che preferiscono spazi e siti della rete invece di quelli più istituzionali delle tv, adesso la longa mano arriva fino a qui e anche Fb diventa una delle sue piazze (virtuali).

    Se poi, dato che Lui è in FB, qualcuno comincerà a pensare di mandare anche li' la Digos....sarà l'inizio della fine.

    Sono naturalmente contro al principio di fondo che, anche involontariamente, traspare dal tuo post: cioè Facebook, e perciò la rete è bella, ma Silvio non deve metterci assolutamente le sue zampacce ;)

    invece ritengo ottimo che il berlusca al pari dei grilli e marcolini vari.. incomincia a parlare con il popolo della rete :)

     
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  6. dango
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    Quello che mi preoccupa, e non poco, non è tanto che lui parli in internet...(è per definizione aperta a tutti) è il fatto che si impadronisca di questo spazio che, oggi come oggi, resta una terra di libertà nel mondo delle comunicazioni, cosi' come ha fatto con tanti altri spazi.

    E, tanto per fare una battutaccia... se poi non gli piacciono i ritorni e cerca di oscurare pure la rete??? :fear2.gif: :fear2.gif: :fear2.gif:

    Perchè io un collegamento con il fenomeno rai per una notte non posso non vederlo...

    Tornando agli scenari futuri si confermano le previsioni fatte:

    da rep. it

    La strada per le riforme sembra tracciata e il premier annuncia a Napolitano la sua "disponibilità" a incontrare anche i leader del Pd e dell'Udc.

    È chiaro tuttavia che al "dialogo" il Cavaliere crede poco o punto. "Noi realizzeremo le nostre riforme - ha spiegato ai ministri riuniti a palazzo Chigi -, se poi una parte dell'opposizione vorrà condividerle tanto meglio". Berlusconi si attrezza infatti per il referendum, lo dà anzi per scontato, visto che è convinto di approvare la modifiche all'architettura dello Stato con i voti della sola maggioranza: lo ha detto in più occasioni durante le riunioni di partito a porte chiuse.

    qui il resto dell'articolo
     
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  7. laura^
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    ..L'editoriale
    Il vento vandeano, da Torino a Treviso

    di EUGENIO SCALFARI

    SE VOGLIAMO guardare al futuro dopo lo scossone elettorale le questioni sono due: il destino delle riforme e l'andamento dell'economia. Ma poiché entrambi questi temi sono condizionati dalla politica e dai rapporti di forza emersi dalle elezioni della scorsa settimana, i risultati del 29 marzo non possono essere archiviati come cosa nota.

    Pesano sul futuro, sui comportamenti dei protagonisti e sugli umori della società. Perciò dobbiamo esaminarli con cura e al di fuori della propaganda di parte, rileggendo i numeri emersi dalle urne e cavandone un significato.

    Comincerò dalla Lega, che politicamente è il partito vincitore. La sua vittoria politica è indubitabile: non governava nessuna Regione ed ora ne governa due; in Veneto ha largamente superato il Pdl; il Nord padano è saldamente guidato dal centrodestra e in particolare dalla Lega che può vantare anche una penetrazione inquietante in Emilia.

    Alla vittoria politica non si è però accompagnata una vittoria elettorale in termini di cifre assolute. Gli elettori della Lega infatti sono stati due milioni e 750 mila; nelle europee erano stati due milioni e 900 mila; nelle politiche del 2008 ne aveva raccolti due milioni 847 mila. Il dato delle regionali del 2005 appartiene ad un'altra era geologica e non è dunque comparabile con quello attuale.

    Roberto D'Alimonte sul 24 Ore del 31 marzo ha scorporato questi dati, regione per regione constatando che la Lega ha guadagnato voti in Veneto, in Emilia, in Toscana, nelle Marche, ma ne ha persi in Piemonte, in Lombardia e in Liguria.
    Il risultato netto segna, rispetto alle europee, una perdita di 147 mila voti. Il risultato ci dice dunque che la Lega, in cifre assolute, non è affatto aumentata ma ha perso meno degli altri. Il suo peso politico è fortemente cresciuto ma il numero dei voti è più o meno quello che aveva negli scorsi due anni. Sfondamento dunque non c'è stato.

    Lo stesso confronto esteso agli altri partiti dà i seguenti risultati in confronto con le europee: il Pdl ha perso due milioni e mezzo di voti, il Pd un milione, l'Idv 450 mila, l'Udc 360 mila.

    Le percentuali registrano queste realtà, profondamente influenzate dalle astensioni nonché dalle dimensioni di ciascuno dei partiti sopra indicati, ma lo specchio più realistico ce lo fornisce il confronto globale con il corpo elettorale di tutti i cittadini che hanno diritto al voto.

    Utilizzo le accurate elaborazioni di Luca Ricolfi che è un riconosciuto esperto in questa materia (La Stampa del primo aprile). Fatti 100 gli elettori con diritto di voto, il 30 per cento non ha votato, 12 hanno votato Lega e Idv, 29 hanno votato per i due partiti maggiori (Pdl e Pd) e i restanti 19 hanno votato per le decine di partiti e liste restanti. "Il principale partito di governo - conclude Ricolfi - è stato votato da un italiano su sette, mentre tre italiani su sette non ha partecipato al gioco".

    Dal canto mio, sommando i voti del Pdl nelle tre Regioni del Nord, ottengo due milioni 384 mila voti e sommando quelli della Lega ne ottengo due milioni 292 mila. In Piemonte Lombardia e Veneto la Lega è complessivamente inferiore al Pdl di soli 152 mila voti. Di fatto nella Padania Bossi non ha superato Berlusconi ma l'ha raggiunto, conquistando due governatori su tre.

    Questo è lo stato dei fatti: Non sono opinioni ma numeri. Lascio ai lettori di rifletterci su.

    * * *

    Si parla molto della presenza della Lega sul territorio. È cominciata la riscoperta del partito territoriale. Credo che sia una moda piuttosto che una realtà perché sul territorio ci sono tutti. Tutti gli elettori e tutti gli eletti di qualunque partito. C'è chi ci si muove bene e chi male, ma non è la presenza fisica che conta, bensì il modo e la qualità di quella presenza.

    Distribuire volantini, attaccare manifesti e incollare francobolli sulle buste è una modalità necessaria ma se non c'è identità e chiarezza di scelte di indirizzo, la presenza sul territorio è perfettamente inutile.

    La Lega governa nel Nord una moltitudine di Comuni, di fatto è ormai un partito di sindaci. Pare che siano bravi, giovani e capaci di amministrare.

    Non hanno ideologia che comunque non gli servirebbe granché: non spetta a loro elaborare politiche generali. Pare anche che siano normalmente onesti.

    Governano piccoli centri ma anche qualche grande città. Non grandissima. Ora hanno messo l'occhio su Milano e su Torino che saranno in palio l'anno prossimo.
    La politica è affidata a Bossi e a Maroni che ha nel governo la carica di maggiore rilievo. La sintesi politica del programma leghista l'ha fatta Maroni pochi giorni fa in un'intervista a Sky 24: azzerare gli sbarchi degli immigrati clandestini, tolleranza zero per i medesimi ancora largamente presenti sul territorio, federalismo fiscale, Senato federale, sicurezza contro la micro-criminalità, lotta dura contro le mafie.

    Di questi temi quello che può interessare il partito dei sindaci è la micro-criminalità e gli immigrati clandestini.

    Ma anche la gestione dell'accoglienza per quanto riguarda gli immigrati regolari. Sembra però che quest'ultimo problema non sia molto popolare tra i sindaci leghisti, fatte salve alcune eccezioni sembra anzi che non li interessi affatto. Vedi Treviso.

    Giulio Tremonti che ha partecipato a queste elezioni più come leghista che come esponente del governo e del Pdl, sintetizza questo programma con la triade Dio, Patria, Famiglia. La Famiglia (tradizionale) va a pennello con il tradizionalismo leghista. La Patria nazionale no, ma la piccola Patria locale e comunale senz'altro sì. Dio finora è stato un tema indifferente per i leghisti ma ora non lo è più. Il popolo leghista è formato da milioni di "indifferenti devoti" e i segnali non mancano. Il più recente e il più simbolico è stato quello dell'opposizione alla Ru486 lanciato da Cota e da Zaia e fortemente apprezzato dal Papa, dal cardinal Bertone segretario di Stato e da monsignor Fisichella, autorevole presule in ascesa a Roma.

    Senza rientrare in una polemica che si è già fatta infinite volte su queste pagine, dico soltanto che la Chiesa in queste elezioni ha svolto la parte di una massa di spettatori che invade il campo da gioco mentre la partita è già in corso. Nelle gare sportive, quando fatti del genere si verificano, l'arbitro sospende la partita e squalifica il campo di gioco. Nel nostro caso il campo di gioco è lo spazio pubblico riservato alla Chiesa per propagandare liberamente le sue idee ma non per tirare sassi e petardi contro i giocatori. Questo ha invece fatto la Chiesa e questo comportamento avrebbe dovuto essere squalificato dalle autorità che rappresentano la laicità dello Stato. Ottenerlo da un governo come quello che ci sgoverna è impossibile, ma denunciarlo è necessario. Si somma alle infinite altre inadempienze e fa parte della sua necessità di legittimarsi di fronte alla Chiesa.
    Anche la Lega desidera legittimarsi di fronte alla Chiesa; la pillola Ru486 è stata un segnale. Altri ne seguiranno, per farsi perdonare la mancata accoglienza e anzi la caccia all'immigrato. La Chiesa riprova quella condotta ma la perdona se vede segnali anti-abortisti.

    Segnali che hanno il solo effetto di rimettere in voga l'aborto clandestino o, per chi ha soldi da spendere, l'aborto all'estero.

    Questa politica sessuofobica è quanto di più lontano dalla predicazione evangelica. Quanto alla Lega, il motto tremontiano di Dio, piccola Patria e Famiglia rischia di trasformare le Regioni bagnate dal Po in una Vandea del ventunesimo secolo. Milano, Torino, Varese, Brescia, Bergamo, Padova, Ferrara, Mantova, insomma il Nord che conta, vorranno esser le capitali d'una Padania vandeana? Di un federalismo secessionista?
    www.repubblica.it/politica/2010/04/...reviso-3118223/
     
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  8. dango
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    Che meraviglia di editoriale... :wub:

    Qualche riflessione al volo perchè ci sarebbe tantissimo da dire...

    Intanto un applauso all'analisi numerica del voto, che dimostra chiaramente come la prima impressione fosse fallace: in realtà, da questo punto di vista tutti i partiti medio-grandi perdono, chi più chi meno, ma nessuno ha aumenti nel numero dei votanti.

    Chi "vince" allora : il fenomeno dell'astensione (30%) e i gruppuscoli vari...il che non nega l'affermazione della lega, ma dimostra che i risultati vanno rapportati ad un contesto di profonda disaffezione politica a tutte le componenti partitiche da parte dell'elettorato.

    Sulla questione lega: io credo che l'articolo fornisca un'interpretazione del concetto di radicato sul territorio (i giovani sindaci, le piccole cittadine), ma evidenzi anche una sorta di doppia struttura, da una parte il partito lega, dall'altra le amministrazioni locali.
    Mi chiedo fino a che punto siano coese le due strutture sui grandi temi..

    E naturalmente sono d'accordo nello scambio "poca carità cristiana verso gli immigrati" con "abbasso l'aborto" che consente alla Lega di recuperare il rapporto con la Chiesa di Roma. Perchè per fare le grandi riforme, il buon Bossi, Roma Ladrona sa bene che se la deve coltivare...

    Sulla questione delle riforme colgo questa frase:

    CITAZIONE
    Ricordiamoci che nella associazione delle Regioni la presidenza probabilmente spetterà ancora all'opposizione e da quella sede il federalismo deve necessariamente passare.

    a cui darei la seguente lettura:

    La Giustizia di Mr Be. e il Federalismo di Mr Bo, devono procedere di pari passo perchè su questo si basa l'alleanza creatasi tra i due che di fatto è diventata l'asse portante (e quindi indispensabile) del Governo.
    Per quanto Mr Be. tenda la mano all'opposizione, si sa che è un gesto più che altro formale e che cmq Bersani ha raccolto ma solo in Sede Parlamentare (niente tavoli inciuciati quindi), ma Mr Bo deve arrivare ad un punto d'incontro perchè il suo federalismo ha base regionale.
    Quindi vista cosi', forse c'è realmente spazio per l'opposione, spazio per inserire un cuneo che mini la Santa Alleanza Pdl-Lega (con benedizione pontificia).

    Speriamo di non illuderci troppo su questo punto!!

    Infine il presidenzialismo, le cui implicazioni sui cambiamenti alla nostra costituzione sono evidenti e che, secondo Scalfari, alla fine verrà deciso su tavolo referendario.
    Secondo me ha ragione perchè, dato che se non ricordo male ci vuole il 70% di voti favorevoli a livello Camera e Senato per approvare i cambiamenti, questa strada è proprio preclusa.
    E qui, siamo nelle mani dell'elettorato....certo che toppare la campagna su questo punto, sarebbe tragico... :fear2.gif: :fear2.gif:
     
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  9. ErTigre
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    CITAZIONE (dango @ 5/4/2010, 11:43)
    Infine il presidenzialismo, le cui implicazioni sui cambiamenti alla nostra costituzione sono evidenti e che, secondo Scalfari, alla fine verrà deciso su tavolo referendario.
    (...)
    E qui, siamo nelle mani dell'elettorato....certo che toppare la campagna su questo punto, sarebbe tragico... :fear2.gif: :fear2.gif:

    colgo in questo finale del tuo post.. una nota che io reputo fortemente negativa, non solo in te ma in quasi la maggior parte di quelli che votano a sinistra..

    cioè già tu giudichi a prescindere che non si deve assolutamente qualunque riforma costituzionale venga fatta dal centrodestra... :unsure:

    mi sbaglio? ^_^
     
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  10. laura^
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    CITAZIONE (ErTigre @ 5/4/2010, 20:26)
    cioè già tu giudichi a prescindere che non si deve assolutamente qualunque riforma costituzionale venga fatta dal centrodestra... :unsure:

    mi sbaglio? ^_^

    per quanto mi riguarda io sono contraria a riforme fatte da QUESTO centro destra -_-
     
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  11. dango
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    Mario ti rispondo quotando parte dell'articolo di Scalfari:

    CITAZIONE
    Il presidente della Repubblica è invece un organo di coordinamento. Per trasformare la carica in elettiva (non dal Parlamento ma direttamente da un voto popolare) dev'essere riformato l'intero sistema costituzionale e debbono essere rafforzati tutti gli organi di controllo. Non si può passare al presidenzialismo se prima o contemporaneamente non sono rafforzati gli organi di controllo e primo tra tutti il Parlamento e quindi cambiata la legge elettorale. Il potere degli apparati sull'elezione dei parlamentari va smantellato o fortemente indebolito. Il collegio uninominale potrebbe essere una soluzione, specie se scandito sul doppio turno. Non mancano altre soluzioni tecnicamente valide. Ma se il Parlamento non cessa di essere il pascolo degli apparati e soprattutto del governo, il presidenzialismo diventerebbe sistema autoritario, non contemplato e quindi escluso dalla Costituzione vigente.

    Secondo te è questa la strada che prenderà questo centro-destra? Ne dubito.
     
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  12. marina.1
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    Il Vaticano presenta il conto...
    La Lega presenta il conto....
    Noi paghiamo!!!!!!
    Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!
     
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  13. ErTigre
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    CITAZIONE (laura^ @ 5/4/2010, 22:10)
    CITAZIONE (ErTigre @ 5/4/2010, 20:26)
    cioè già tu giudichi a prescindere che non si deve assolutamente qualunque riforma costituzionale venga fatta dal centrodestra... :unsure:

    mi sbaglio? ^_^

    per quanto mi riguarda io sono contraria a riforme fatte da QUESTO centro destra -_-

    a prescindere :huh: ? Siamo messi davvero bene ;)

    CITAZIONE (dango @ 5/4/2010, 23:05)
    Mario ti rispondo quotando parte dell'articolo di Scalfari:

    CITAZIONE
    Ma se il Parlamento non cessa di essere il pascolo degli apparati e soprattutto del governo, il presidenzialismo diventerebbe sistema autoritario, non contemplato e quindi escluso dalla Costituzione vigente.

    Si conclude così la meraviglia di editoriale di Scalfari che hai quotato :huh: allora secondo lui non si dovrebbe mai cambiare la Costituzione Vigente.. perchè altrimenti diventerebbe autoritaria :lol:
     
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  14. dango
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    Non far finta di non capire che non ci crede nessuno :D :P

    Scalfari ha detto che per effettuare una riforma di tal portata, occorre rivedere tutto il complesso degli apparati attuali, degli organi di controllo, dei ruoli reciproci ecc...non ha detto che non si potrà mai fare. Ha detto che farla senza tenere presente tutto il contesto è muoversi in senso esclusivamente autoritario e non veramente riformista.
     
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  15. ErTigre
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    CITAZIONE (dango @ 6/4/2010, 15:41)
    Non far finta di non capire che non ci crede nessuno :D :P

    Veramente sul fatto che io capisca o che faccia finta di non capire o che non capisca affatto.. ci sono tanti altri post in giro per l'Oasi :lol:

    CITAZIONE (dango @ 6/4/2010, 15:41)
    Scalfari ha detto che per effettuare una riforma di tal portata, occorre rivedere tutto il complesso degli apparati attuali, degli organi di controllo, dei ruoli reciproci ecc...non ha detto che non si potrà mai fare. Ha detto che farla senza tenere presente tutto il contesto è muoversi in senso esclusivamente autoritario e non veramente riformista.

    Appunto.. consiglio al sg. Scalfari, invece di sputar sentenze su derive autoritarie, di rileggersi l'art 39 della costituzione e di non rompere i cabasisi, perchè se una riforma istituzionale sarà promulgata non potrà avvenire senza come dice appunto l'art 39 della costituzione in atto. Le derive autoritarie sono un altra cosa :wallbash.gif:
     
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21 replies since 31/3/2010, 12:16   186 views
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