LE ELEZIONI POLITICHE SI AVVICINANO....

ecco candidati & programmi

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  1. laura^
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    Iniziamo in ordine alfabetico ^_^

    SILVIO BERLUSCONI
    candidato premier del PDL

    imageimage Programma - Sette Missioni per rilanciare l'Italia


    Silvio Berlusconi nasce il 29 settembre 1936 a Milano.
    Laureato in Giurisprudenza, inizia la sua professione d'imprenditore nel settore dell'edilizia.

    Dal 1969 al 1979 si occupa del progetto e della costruzione di "Milano 2", la città satellite alle porte del capoluogo lombardo, cui segue la realizzazione di "Milano 3" e del centro commerciale "Il Girasole".

    Nel 1980 si dedica alla produzione televisiva. Trasforma la tv via cavo di Milano 2 in una televisione nazionale: nascono Canale 5, prima rete televisiva nazionale alternativa alla RAI e Publitalia, la relativa concessionaria di pubblicità. Queste attività fanno capo all'holding Fininvest, fondata nel 1978. Il successo ottenuto con Canale 5 lo spinge anche ad acquistare le reti televisive Italia Uno (da Rusconi nel 1982) e Retequattro (da Mondadori nel 1984) che trasforma in un network nazionale.

    Nel 1985 un pretore ordina l'oscuramento delle sue tv: il meccanismo ideato da Berlusconi per avere una programmazione nazionale - la cosiddetta interconnessione per cassettazione ovvero l'invio dei programmi tramite videocassette trasmesse negli stessi orari da emittenti locali - viene giudicato fuori legge.

    In suo aiuto interviene Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio, che con due decreti autorizza di fatto le trasmissioni televisive private a diffusione nazionale; la nuova normativa implicitamente rafforza il duopolio RAI-Fininvest. Sempre nello stesso periodo Berlusconi diventa proprietario del settimanale Sorrisi e Canzoni TV.

    Dal 1986 è Presidente della squadra di calcio Milan A.C., che sotto la sua gestione conoscerà periodi d'oro (lo storico ciclo di Arrigo Sacchi, ma anche prestigiosi successi con Fabio Capello e Carlo Ancelotti) ottenendo molti titoli sia a livello nazionale che internazionale.

    Nel 1989 comincia la cosiddetta "guerra di Segrate" che vede Berlusconi da una parte e Carlo De Benedetti, Caracciolo e Scalfari dall'altra. Alla fine il gruppo Mondadori viene diviso: il settore della produzione dei libri e il settimanale Panorama passano a Berlusconi, mentre l'Espresso e altri giornali locali vanno a De Benedetti - Caracciolo.

    Intanto con la legge Mammì sull'editoria e la TV (1990) Berlusconi è costretto a cedere Il Giornale (fondato e diretto per qualche anno da Indro Montanelli) di cui era proprietario dagli anni '70.
    Lo affida al fratello Paolo Berlusconi. Nello stesso periodo in cui cresce sotto il profilo editoriale, il gruppo Fininvest sviluppa una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita dei prodotti finanziari con le società Mediolanum e Programma Italia. Tutto questo fa sì che all'inizio degli anni '90 la Fininvest diventi il secondo gruppo privato italiano con oltre 40 mila dipendenti.

    All'inizio degli anni '90 crolla il sistema tradizionale dei partiti. Alle elezioni per la carica di sindaco di Roma nel novembre 1993 Berlusconi dichiara - tra lo stupore generale - che voterà per il partito di Gianfranco Fini. Lo "sdoganamento" dei voti della destra missina è il primo passo per la costruzione del Polo delle libertà.
    Nel gennaio 1994 Silvio Berlusconi annuncia il suo ingresso in politica: si dimette da tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest e fonda Forza Italia, partito che dal nulla in soli tre mesi arriverà a superare il 20 per cento dei consensi alle elezioni politiche; alleato con il partito Alleanza nazionale di Gianfranco Fini, la Lega Nord di Umberto Bossi e il Ccd di Pierferdinando Casini e Clemente Mastella.

    Il governo nasce tra mille polemiche. Anche dall'Europa non mancano critiche. Il Polo va avanti, ma a luglio arriva il primo stop: tenta di far approvare un decreto per uscire da Tangentopoli, entra in rotta con il Pool di Mani pulite (Antonio Di Pietro è ormai uno dei personaggi-simbolo nazionali del rinnovamento del mondo politico) ed è costretto alla retromarcia. Lo stesso avviene per la riforma delle pensioni disegnata dal ministro del Tesoro Lamberto Dini (che poi si allontanerà dal Polo passando allo schieramento dell'Ulivo). Manifestazioni di piazza e opposizione del sindacato inducono a non trattare la materia nella legge Finanziaria. Ma il colpo finale lo subisce a Napoli: mentre Berlusoni presiede la Conferenza mondiale contro la criminalità organizzata il Cavaliere riceve un avviso di garanzia per corruzione dal Pool di Milano. E' uno schiaffo in diretta che fa gridare al complotto dei magistrati. Tempi e modi dell'iniziativa non convincono neanche i suoi tradizionali oppositori: Berlusconi in seguito verrà prosciolto dalle accuse, ma il danno di immagine sarà enorme. Approvata la Finanziaria nel dicembre del 1994 la Lega toglie la fiducia al governo. Dopo otto mesi Berlusconi è costretto a dimettersi da presidente del Consiglio dei ministri.
    Alle politiche del 1996 Forza Italia si presenta senza l'appoggio leghista: il vincitore è Romano Prodi, leader dell'Ulivo. Berlusconi guida l'opposizione e partecipa ai lavori della commissione Bicamerale per le Riforme presieduta da Massimo D'Alema che tenterà - senza riuscirci - di compiere quelle riforme istituzionali e costituzionali tanto necessarie al Paese.
    Alle elezioni europee del 1999 Forza Italia sfiora il 30 per cento dei voti vincendo anche le Regionali: le conseguenze di questo successo vedranno Massimo D'Alema dimettersi dalla carica di premier. In campo europero Forza Italia aderisce al Ppe: Silvio Berlusconi diventa uno degli esponenti di punta.

    Alle elezioni politiche del 2001 Berlusconi recupera il rapporto con la Lega di Umberto Bossi,
    apre ai repubblicani e consolida il rapporto con Gianfranco Fini.
    Il risultato è positivo: la Casa delle libertà vince con il 45,4 per cento alla Camera e il 42,5 al Senato. In termini di seggi significa 368 seggi alla Camera (la maggioranza è di 315) e di 177 al Senato (la maggioranza è di 158). Berlusconi sale alla Presidenza del Consiglio e Forza Italia diventa il primo partito italiano con il 29,4 per cento dei voti.
    Il secondo Governo Berlusconi è il più longevo della storia della Repubblica Italiana quando si arriva alle elezioni europee del 2004. Fatte le debite somme dei risultati delle singole forze politiche, per Forza Italia i risultati non sono confortanti ma anche lo schieramento dell'Ulivo sebbene la sola lista Uniti nell'Ulivo raccolga oltre il 31% dei voti, non raggiungerà l'obiettivo sperato.
    Nell'aprile del 2005, successivamente ai negativi risultati ottenuti dalla Casa delle Liberta con le elezioni regionali, Berlusconi ha sciolto l'esecutivo presentando una nuova compagine di ministri.

    Berlusconi ha pubblicato alcuni volumi di discorsi che raccolgono il suo pensiero politico, tra cui ricordiamo "

    Edited by ErTigre - 2/3/2008, 12:46
     
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    FAUSTO BERTINOTTI candidato premier Sinistra ARCOBALENO

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    (Milano, 22 marzo 1940)
    Aderisce al Partito Socialista Italiano nel 1960.

    Nel 1964 entra nella CGIL, diventando il segretario della Federazione Italiana degli Operai Tessili (l'allora FIOT) di Sesto San Giovanni, e tre anni dopo diviene segretario della Camera del lavoro di Novara.

    Bertinotti è, sostanzialmente, un socialista massimalista fin da ragazzo. Nei primi anni sessanta milita nel Partito Socialista Italiano all'interno della corrente di sinistra di Riccardo Lombardi.

    Quando, nel 1964, il Psi entra al governo, entra nello scissionista Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, una piccola forza che nel 1972 confluirà nel Partito Comunista Italiano.
    Qui Bertinotti si avvicina a Pietro Ingrao e, da ingraiano, nel 1991 si oppone alla nascita del PDS, accettando di militarvi comunque fino al maggio 1993, quando decide di abbandonare il sindacalismo per la politica.Nel maggio 1993 lasciò il Partito Democratico della Sinistra accusandolo di condotta incoerente al proprio mandato elettorale causata dalla determinate astensione, al voto di fiducia, per la creazione Governo Ciampi.
    A settembre 1993 accetta l'invito di Armando Cossutta e Lucio Magri di iscriversi al Partito della Rifondazione Comunista per diventarne, nel gennaio 1994, segretario nazionale.
    Rapporto con il centro-sinistra

    1996: Il patto di desistenza
    Alleato della coalizione dei "Progressisti" perdente alle elezioni politiche del 1994, stipula un patto di desistenza con l'Ulivo nel 1996: Rifondazione non si presentava in alcuni collegi, dando ai suoi elettori l'indicazione di votare per i candidati scelti da Romano Prodi, e il centro-sinistra faceva lo stesso, cioè non si presentava in alcune città, favorendo così l'elezione dei candidati comunisti.

    1999: Il ritiro della fiducia a Prodi
    Le elezioni politiche del 1996 sono vinte dall'Ulivo e Prodi diviene Presidente del Consiglio. Non mancano, durante il suo governo, attriti con Bertinotti: sulla riforma delle pensioni e, soprattutto, sulla legge finanziaria del 1999, quando, dopo aver votato "a scatola chiusa" due leggi finanziarie indigeste, Prodi si aspetta di incassare il terzo sì bertinottiano ("senza prendere ordini da chi non fa parte del governo") nel voto di fiducia. Ma il PRC vota contro, il governo cade ed alcuni esponenti abbandonano il PRC fondando il partito dei Comunisti Italiani, con a capo Armando Cossutta. Il Segretario del PDS Massimo D'Alema diviene cosi Presidente del Consiglio del successivo governo.
    Il PRC, indebolito dalla scissione, alle elezioni europee del 1999 ha un sostanziale insuccesso, nonostante Bertinotti risulti eletto deputato al Parlamento di Strasburgo.

    2002: Il disgelo con l'Ulivo e la nascita dell'Unione
    2006: Eletto presidente della Camera dei Deputati

    2007: la rottura con Prodi
    In un'intervista Bertinotti dichiara "questo governo ha fallito. In seguito non smentirà le sue dichiarazioni e il partito di cui è leader di fatto ne prende le difese dopo gli attacchi di alcuni "prodiani".




    Edited by laura^ - 28/2/2008, 16:31
     
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    PIERFERDINANDO CASINI candidato premier UDC

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    Nato a Bologna il 3 dicembre 1955, Pier Ferdinando Casini dopo aver ottenuto la laurea in Giurisprudenza,
    Giovanissimo comincia la sua attività politica nella Democrazia Cristiana.

    Durante gli Anni '80 diventa il braccio destro di Arnaldo Forlani.
    Casini è Presidente dei giovani Democratici Cristiani e membro della Direzione Nazionale della DC dal 1987, dirigente del dipartimento studi, propaganda e stampa dello scudocrociato.

    Nell'ottobre 1992 nel tentativo di salvare la DC travolta nell'inchiesta di Tangentopoli, Forlani cede la segreteria del partito a Mino Martinazzoli, ma nel gennaio 1994 il partito scompare definitivamente e dalle sue ceneri nascono due nuove formazioni: il Ppi, guidato sempre da Martinazzoli, e il Ccd (Centro Cristiano Democratico) fondato da Clemente Mastella e da Pier Ferdinando Casini, e di cui quest'ultimo sarà prima Segretario, poi Presidente.
    Eletto per la prima volta nel 1994 al Parlamento Europeo è stato riconfermato nel 1999, iscrivendosi al gruppo del Partito Popolare Europeo.

    Nelle elezioni politiche del 1994 il Ccd entra nella coalizione di centro destra, guidata da Forza Italia e dal suo leader Silvio Berlusconi. Già deputato dalla nona legislatura, alle elezioni del 1996 si presenta alleato con il Cdu di Rocco Buttiglione.
    Dal febbraio 1997 fa parte della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali e dal luglio 1998 della III Commissione permanente Esteri.
    Nel corso della legislatura si consuma la rottura con Mastella, che abbandona il Polo delle libertà per il centrosinistra.

    Nell'ottobre del 2000 è stato eletto Vice Presidente della Internazionale Democratici Cristiani (IDC).

    Alle politiche del 2001 Casini è uno dei leader della Casa delle libertà.
    Con la vittoria dello schieramento di centro-destra Casini viene eletto presidente della Camera dei deputati il giorno 31 maggio: è il più giovane presidente nella storia della Repubblica dopo Irene Pivetti eletta nel 1994.
    Dal punto di vista politico, anche a detta di alcuni colleghi di opposto schieramento, Casini sembra interpretare il ruolo istituzionale in modo impeccabile. A gennaio 2002 visita diversi Paesi dell'America Latina, accreditandosi come politico autorevole ed equilibrato. Nelle cronache politiche viene talvolta definito "ciampista", per la sintonia con gli appelli al dialogo tra le parti politiche lanciati dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
    Le elezioni del 2006 vedono l'Italia spaccata in due, e il centro-sinistra va al governo per pochi voti. Gli alti e bassi all'interno della coalizione di centro-destra porteranno Casini, all'inizio di dicembre del 2006, a pensare di lasciare con l'Udc la Casa delle Libertà.

    Edited by laura^ - 28/2/2008, 18:07
     
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    Marco Ferrando
    Partito Comunista dei lavoratori
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    Nato a Genova nel 1955
    La sua vita politica inizia nel 1970, entrando a far parte di Lotta Comunista, partito extraparlamentare che si richiama al leninismo e alla sinistra comunista; Ferrando ne uscì nel 1972, mentre nel 1975 si avvicinò al comunismo trockijsta.
    Dopo varie vicissitudini nei gruppetti della sinistra radicale nel 1992entra nel Partito della Rifondazione Comunista.
    Il 21 gennaio del 2006 Marco Ferrando viene candidato dal gruppo dirigente di maggioranza, in occasione delle imminenti elezioni politiche, nelle liste del PRC al Senato (nel collegio dell'Abruzzo). In conseguenza di questa decisione, si verifica una scissione da parte di un gruppo di militanti di Progetto Comunista, guidati dal cremonese Francesco Ricci, che a breve escono da Rifondazione Comunista per lanciare il movimento costituente per un nuovo partito comunista Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori.
     
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  5. ErTigre
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    Flavia D'Angeli Canditado Premier di Sinistra Critica
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    Flavia D'Angeli ha 34 anni, laureata in Lettere, è stata impegnata nei movimenti studenteschi e in quello antiglobalizzazione. Dirigeva i giovani del Prc a Genova nel 2001 e al Forum sociale di Firenze nel 2002. Ha fatto parte della direzione e dell'esecutivo del Prc ricoprendo per un anno l'incarico di responsabile del Dipartimento Precarietà. Dopo l'uscita di Sinistra Critica si è dimessa dagli incarichi, licenziandosi dal partito e ora è insegnante precaria (italiano, storia e geografia). Fortemente attiva nel movimento femminista, ha due figli.
    Sarà la candidata premier di Sinistra Critica, mentre Franco Turigliatto si presenterà come capolista al Senato in tutte le regioni. Lo rende noto un comunicato nel quale franco Turigliatto spiega che si tratta di una "scelta per puntare al futuro e uscire dalla solita politica che unisce centrodestra e centrosinistra. Negli ultimi 15 anni hanno governato tutti, Prodi e Berlusconi, D'Alema e Fini, Casini e Tabacci, la Santanche' ma anche Bertinotti e le condizioni di vita dei lavoratori sono peggiorate. E' ora di costruire un'altra proposta basata su una sinistra che faccia quello che dice".
    Sinistra critica, che tra i suoi candidati avra' anche l'ex capogruppo del Prc al Senato, Gigi Malabarba, il giornalista Umberto Gai e lo storico Antonio Moscato, da' voce agli studenti e ai professori che hanno contestato la presenza del Papa alla Sapienza, alle donne che difendono la 194 ("A Ferrara diciamo - afferma D'Angeli - che gli uomini non possono
    controllare la maternita'. Perche'? Perche' no") e ai lavoratori che con il loro salario non arrivano alla fine del mese.
    Una sinistra con la falce e martello e quindi "comunista", ma anche "ecologista e femminista", che lancia un "programma di emergenza sociale" con le proposte di salario minimo a 1300 euro, di una patrimoniale, del salario sociale di 1000 euro per disoccupati e precari e della riconversione dell'esercito "a uso civile".
    In Italia "serve un'altra Sinistra oltre l'Arcobaleno". Con questo slogan scende in campo Sinistra Critica ripresentando un simbolo con la falce e martello per le prossime elezioni.
    "Serve un'altra sinistra - spiega il deputato uscente, Salvatore Cannavo' - perche' quella che si raccoglie sotto il simbolo dell'arcobaleno ha fallito: il fallimento del governo Prodi e' anche il fallimento del loro candidato premier, Fausto Bertinotti". Una sinistra, incalza Flavia D'Angeli, "inerme e inutile, che in questi mesi ha soltanto detto ai lavoratori, ai giovani, ai precari: 'non si puo' fare'...".

    Edited by laura^ - 29/2/2008, 10:21
     
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    imageimage Programma - Cambiare un paese

    Valter Veltroni detto Walter (Roma, 3 luglio 1955) è un politico e giornalista italiano.

    È stato sindaco di Roma: eletto una prima volta nel 2001 e riconfermato nelle elezioni comunali del 2006 con il 61,8% dei voti, si è dimesso il 13 febbraio 2008 per candidarsi alle elezioni politiche dell'aprile successivo.

    Dal 14 ottobre 2007 è segretario politico nazionale del Partito Democratico, eletto con le elezioni primarie dal 76% dei votanti. Dopo la caduta del secondo governo Prodi, in vista delle elezioni politiche, ha dichiarato che il Partito Democratico correrà da solo, candidandosi pertanto alla presidenza del Consiglio dei Ministri.

    È stato vicepresidente del Consiglio e ministro dei Beni culturali del governo Prodi I e segretario dei Democratici di Sinistra dall'ottobre 1998 all'aprile 2001.

    Edited by ErTigre - 1/3/2008, 20:00
     
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  7. ErTigre
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    Daniela Santanchè Canditata Premier de La Destra
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    Daniela Santanchè - nome completo Daniela Garnero Santanchè (Cuneo, 7 aprile 1961) è una politica e imprenditrice italiana, candidata-premier del cartello elettorale La Destra-Fiamma Tricolore.
    Laureata in scienze politiche, nel 1990 fondò una società specializzata nel campo del marketing.
    Collaboratrice dell'onorevole Ignazio La Russa, nel 1995 entrò in Alleanza Nazionale.
    Il 10 novembre 2007 si dimette da Alleanza Nazionale per entrare nel partito di Francesco Storace,[4] La Destra, immediatamente nominata Portavoce Nazionale.
    Il 10 febbraio 2008 Francesco Storace annuncia la candidatura dell'on. Santanchè a premier per La Destra per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile, dopo aver rifiutato di entrare nelle liste del PdL.
    Sarà il primo candidato premier donna nella storia della repubblica italiana.

    Edited by laura^ - 29/2/2008, 10:21
     
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    GIULIANO FERRARA candidato premier lista con g.Ferrara

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    Nato a roma il 7/01/1952.
    Figlio del senatore comunista Maurizio Ferrara (per molto tempo segretario particolare di Palmiro Togliatti e poi direttore de L'Unità), si avvicinò alla politica da contestatore "sessantottino" (partecipò infatti agli scontri di Valle Giulia, primo atto della contestazione studentesca italiana).

    In questo periodo ebbe anche un'esperienza nel mondo dello spettacolo, come corista nella prima opera rock realizzata in Italia, Then An Alley di Tito Schipa Junior (su musiche di Bob Dylan).

    Nel 1973 diventò "responsabile fabbriche" del Partito Comunista Italiano a Torino, e scrisse sul quindicinale Nuova società. In seguito diventò capogruppo del partito sempre a Torino, a fianco di Piero Fassino.

    Nel 1983 abbandonò il PCI per protesta contro la decisione del partito di non dedicare un concerto alle vittime del massacro di Sabra e Shatila. Iniziò a lavorare a L'espresso, occupandosi, spesso in modo critico, del suo ex-partito. Si avvicina in questo periodo alle posizioni del Presidente del Consiglio e segretario del Partito Socialista Italiano Bettino Craxi.
    Con l'ascesa di Silvio Berlusconi e di Forza Italia, Ferrara decise di lasciare, assieme a molti compagni di partito, un PSI ormai in disfacimento. Divenne Ministro per i rapporti con il Parlamento del primo governo Berlusconi.

    Nel gennaio del 1996 fondò il quotidiano Il Foglio (edito dall'omonima cooperativa editoriale della quale fa parte Veronica Lario, seconda moglie di Berlusconi) di cui è ancora oggi direttore.
    Su questo giornale esprime posizioni definite neoconservatrici. È un sostenitore del centro-destra, e poi del secondo governo Berlusconi, anche se in maniera talvolta critica.
    Su Il Foglio si batte anche a più riprese per la concessione della grazia ad Adriano Sofri.

    Nel 1996, pur senza lasciare la direzione del Foglio, è per alcuni mesi direttore del settimanale Panorama.
    Candidato per Forza Italia e la Casa delle Libertà alle elezioni politiche suppletive (per il posto vacante del collegio elettorale del Mugello, in Toscana) per il Senato del 9 novembre 1997, venne sconfitto dall'ex-pm simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, candidato dell'Ulivo.
    All'elezione del Presidente della Repubblica italiana 2006 Giuliano Ferrara ha ottenuto 8 voti al primo scrutinio, 9 voti al secondo, 10 voti al terzo e 7 voti al quarto e ultimo scrutinio che ha eletto Giorgio Napolitano al Quirinale. Sull'elezione del nuovo Capo dello Stato si era schierato col Foglio affinché venisse eletto Massimo D'Alema, che lo ringraziò per l'impegno profuso
     
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  9. laura^
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    Strano ma vero...ci sono altri candidati premier!
    per chi fosse interessato tutti i nomi
    QUI:
    http://www.politicalink.it/
     
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  10. laura^
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    PROGRAMMA DE <la DESTRA> dal blog di F.Storace


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    ELEZIONI POLITICHE DEL 13-14 APRILE 2008


    PREMESSA

    I Movimenti politici “La Destra” e “Fiamma Tricolore” hanno deciso di unire le proprie forze, i propri simboli e le proprie storie per candidarsi con un’unica lista e un programma comune alle elezioni politiche del prossimo aprile.“La Destra-Fiamma Tricolore” si candida a guidare l’Italia nella prossima Legislatura consapevole della necessità storica per il popolo italiano di continuare ad avere nelle massime istituzioni rappresentanti della storia della Destra sociale e nazionale, politica e culturale, che ne sappiano tramandare valori e principi in questa era difficile e di transizione, senza cadere nel tranello di chi, facendosi interprete di un pensiero unico, nell’economia come in politica, commette un tragico errore unico. Riteniamo che la semplificazione del quadro politico, la governabilità e la crescita del nostro Paese non risiedano affatto nella riduzione degli schieramenti politici a due soli soggetti che tendono ad assomigliarsi sempre più offrendo al nostro popolo soltanto la misera idea di un’alternanza di oligarchie e non quella di un’alternativa credibile per la risoluzione positiva dei tanti, troppi, problemi che ancora affliggono la nostra Patria.


    VALORI

    Per noi la Vita è Sacra.
    Senza dubbi né esitazioni. Al centro della nostra proposta politica vi è la Persona, dal concepimento alla morte, con i suoi diritti e la sua dignità.
    Rivedere l’applicazione della Legge 194: intendiamo rendere efficace la parte sulla “prevenzione” della L.194, con riferimento agli artt. 2 e 5 che sanciscono il ruolo di “prevenzione rispetto all’aborto” dei consultori, al fine di rendere effettiva la Difesa della vita dal “concepimento” e non, in termini equivoci, “dall’inizio” come è oggi. Trasformare –
    secondo lo spirito della Legge – i Consultori in luoghi di sostegno e orientamento alla vita e non all’interruzione volontaria di gravidanza.
    Tutela della famiglia tradizionale: consapevoli della necessità di regolamentare i rapporti di Diritto privato che scaturiscono dalle diverse forme di unione di fatto, vogliamo ribadire la nostra ferma opposizione a formule tipo DICO e PACS, che investono il Diritto pubblico oltre alle finanze dello Stato.


    SICUREZZA E IMMIGRAZIONE

    Certezza della pena- Revisione della Legge Gozzini e riduzione dei benefici di legge in relazione alla carcerazione per tutti quei reati che creano allarme sociale; stretti controlli sull’applicazione della pena; introduzione obbligatoria del “braccialetto elettronico” per accedere ai programmi di reinserimento sociale per i detenuti. No ad ogni nuovo indulto e/o amnistia
    Lotta durissima tanto contro la microcriminalità ( vera e propria piaga endemica diffusa su tutto il nostro territorio nazionale) quanto contro il crimine organizzato e il racket con innalzamento delle pene oggi previste.
    Tolleranza zero contro lo spaccio di stupefacenti – innalzamento della pena fino all’ergastolo per i grandi spacciatori.
    -Castrazione chimica per i pedofili
    Togliere la prostituzione dalle strade: abolire la Legge Merlin e al contempo contrastare pesantemente lo sfruttamento della prostituzione da parte della criminalità.

    Subordinare la concessione del “permesso di soggiorno lavorativo” alla firma di accordi bilaterali con gli Stati di origine relativamente allo scontare nelle carceri di quei paesi le pene per eventuali reati commessi in Italia dagli immigrati. Rilevazione delle impronte digitali e del DNA per tutti gli stranieri extracomunitari che chiedano un permesso di soggiorno superiore ai 6 mesi di permanenza sul territorio nazionale. Mappatura completa del fenomeno migratorio in Italia e blocco di ogni ipotesi di sanatoria più o meno mascherata.

    Rafforzamento dell’ordine sociale anche attraverso politiche che riconoscano alle forze armate e alle forze dell’ordine (e più in generale, a chiunque operi come pubblico ufficiale nell’ambito delle sue competenze), ruolo, dignità e possibilità operative con adeguata considerazione delle necessità di struttura, logistica e personale. All’uopo considerando e risolvendo problemi alloggiativi, adottando politiche salariali adeguate allo status e all’operato, provvedendo al riordino e alla riqualificazione della carriere, e all’eliminazione del precariato, tanto nelle forze armate che dell’ordine.

    Albo delle moschee e registro pubblico degli Imam.
    Edificazione di luoghi di culto estranei alle ipotesi concordatarie subordinata all’approvazione del Ministero dell’Interno oltreché all’autorizzazione del Sindaco e introduzione per legge dell’obbligo di pronunciare i sermoni in lingua italiana allo scopo di scongiurare il fomento dell’integralismo religioso. Divieto di indossare il velo islamico nelle scuole e comunque alle minorenni.

    No a qualsivoglia riduzione dei tempi necessari all’ottenimento della cittadinanza italiana.


    No al diritto di voto amministrativo per i residenti privi di cittadinanza.


    No all’ingresso della Turchia nella Comunità europea.

    GIUSTIZIA


    Separazione funzionale delle carriere tra Magistratura inquirente e magistratura requirente.

    Per evitare l’attuale degenerazione delle correnti della Magistratura, che deve rimanere così indipendente anche dalla “casta” dei magistrati politicizzati, proponiamo l’elezione a sorteggio dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura tra coloro che ne hanno i requisiti.

    GIOVANI E DONNE


    Tassazione straordinaria di banche, assicurazioni, stock options di manager e utilizzazione dei proventi del cosiddetto “signoraggio bancario” finalizzati a:

    - finanziare il “mutuo sociale” per l’acquisto dell’abitazione;
    - contribuire al pagamento degli interessi dei mutui ventennali a tasso agevolato della prima casa popolare (costruita da enti pubblici) delle giovani coppie;
    - sostenere la nascita di nuove imprese gestite da giovani, anche attraverso la sperimentazione di un periodo “no tax” per le nuove iniziative imprenditoriali e professionali giovanili;
    - defiscalizzare di un terzo il lavoro femminile per arrivare alla pari retribuzione tra donne e uomini.


    SVILUPPO: IMPRESA, AGRICOLTURA, LAVORO, ENERGIA


    Siamo decisamente a favore dell’introduzione in Italia della flat tax, con una aliquota unica non progressiva, che si sostituisca alle odierne Irpef e Ires e sia dunque valida per i redditi di qualunque tipo, senza distinzione tra persone fisiche e imprese.

    . Inoltre prevediamo, allo scopo di ridurre il numero dei “lavoratori precari”, altre agevolazioni ed incentivi, strutturati in modo da non configurare la fattispecie di “aiuti di stato”, per le imprese che assumeranno un certo numero variabile di lavoratori a tempo indeterminato.
    Contrattazione decentrata per introdurre la Partecipazione agli utili d’Impresa attraverso:
    Minimo salariale inderogabile per tutti i tipi di lavoro;
    Incrementi retributivi (secondo il principio della Partecipazione) legati alla produttività dell’Azienda e contrattati “in loco” tra le parti.
    Ulteriori forme di incentivazione fiscale in considerazione dell’aumento del “tasso partecipativo agli utili”.
    Detrazione degli utili reinvestiti in ricerca e formazione.

    TRASPARENZA FISCALE

    Noi siamo certi che il problema in Italia sia quello di ridurre l’esorbitante spesa pubblica senza dover per questo tagliare la “spesa sociale” che spesso è già inferiore a quella del resto dei Paesi europei. Vogliamo che i proventi della tassazione siano spesi per i cittadini e non per la “casta”.

    Per questo proponiamo un serio Federalismo fiscale: perché vogliamo che si sappia chi paga le tasse, regione per regione, e come le pubbliche amministrazioni usano quei soldi.
    I compiti dello Stato saranno finanziati con una delle due tasse nazionali.
    La prima è la "tassa per pagare i servizi dello Stato", la seconda tassa nazionale è la "tassa per la solidarietà”. La pagano tutti, il gettito va in un "piatto comune". Si calcola il PIL medio pro-capite nazionale. Le regioni che lo superano non ricevono niente. Quelle dove si genera un PIL pro capite inferiore alla media nazionale incassano quote della "tassa per la solidarietà", a condizione che non vi sia significativa evasione fiscale e contributiva
    Il calcolo non viene effettuato sui valori nominali, ma sulla base del "potere d'acquisto".
    Tutto il resto, tutte le altre tasse, sono stabilite e gestite dalle Regioni in base ad un principio della concorrenza fiscale tra le Regioni alle quali spetta decidere quanti servizi fornire ai residenti ( cittadini, imprese, associazioni ecc). La pressione fiscale varierà in funzione delle scelte degli amministratori regionali.


    LOTTA AL CARO VITA

    Bloccare l’automatismo della gravazione dell’Iva sulle accise dei carburanti in relazione alle oscillazioni del prezzo della benzina, fissando dei limiti rivedibili in base all’andamento dell’indice Istat e impedendo l’odioso meccanismo della “tassa sulla tassa” che ha contribuito nei soli ultimi due anni ad aumentare di ulteriori 16 centesimi al litro il costo della benzina verde .

    Abolizione del “canone Rai” , vera e propria tassa ingiusta nei confronti dell’intera cittadinanza.

    Blocco degli aumenti delle tariffe di luce, gas e telefono per due anni.

    Introdurre il quoziente basato sul reddito familiare complessivo delle famiglie come criterio di base per il prelievo fiscale, in ragione anche della presenza di disabili e anziani a carico del nucleo familiare.

    Realizzazione di patti concertativi con le categorie per diminuire il prelievo fiscale alle imprese italiane e ai commercianti che ridurranno i prezzi dei generi di prima necessità


    Tutti i rimborsi/debiti che lo Stato (amministrazioni centrali e locali) ha nei confronti sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche devono essere liquidati entro e non oltre sei mesi, eventualmente anche con titoli dello Stato. Il provvedimento interessa ad esempio tutti i rimborsi IVA - IRPEF- IRPEG e tutte quelle aziende che lavorano per lo Stato, dagli ospedali alle manutenzioni delle strade.


    AMBIENTE


    L’Ambiente per la noi è innanzitutto un bene comune da salvaguardare, tutelare, difendere e sostenere, ma è anche un’occasione, per una nazione come l’Italia, tra le più ricche al mondo in quanto a patrimonio ambientale e culturale, una nuova occasione di sviluppo.
    In questo senso la Destra-Fiamma Tricolore ritiene di dover dar vita ad una politica ambientale capace di far coesistere in maniera sinergica la tutela della natura con le attività umane

    RIFORME

    La destra italiana vuole una riforma vera ed efficiente dello Stato.

    Al primo posto mettiamo l’istituzione della Repubblica Presidenziale, solo un Presidente eletto dal popolo può garantire contemporaneamente la stabilità e la governabilità delle Istituzioni e la maggior partecipazione democratica del popolo alle scelte di Governo.

    Nel rapporto tra eletti ed elettori crediamo sia doveroso reintrodurre la preferenza anche per l’elezione dei membri del Parlamento italiano così come già avviene per gli eletti al Parlamento europeo e nei vari Consigli regionali. Unitamente alla reintroduzione della possibilità di scelta da parte degli elettori dei propri rappresentanti la Destra vuole introdurre criteri certi di riduzione delle spese per le campagne elettorali.

     
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  11. laura^
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    Nuovo simbolo x LaDestra eccolo
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    sono basita da questa candidatura.... :P

    Mirella Cece

    image x il SacroRomanoImpero :huh: image

    come ha fatto a radunare le firme e presentarsi? :huh:
     
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  12. ErTigre
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    Enrico Boselli Candidato Premier del Partico Socialista
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    Enrico Boselli (Bologna, 7 gennaio 1957) è un politico italiano. È segretario e leader nazionale dei Socialisti Democratici Italiani (SDI) sin dall'atto di costituzione del partito, avvenuto il 10 maggio 1998. In vista delle elezioni politiche 2008, se il Partito Socialista correrà da solo, Boselli sarà candidato alla Presidenza del Consiglio.
    In seguito allo scioglimento del PSI, Boselli, insieme a Gino Giugni si fa promotore della nascita di una nuova formazione politica denominata "Socialisti Italiani", che nasce il 13 novembre 1994, qualche ora dopo lo scioglimento del PSI, causato dallo scandalo di Tangentopoli.
    Si fa promotore di un'intesa fra l'Unione e i Radicali italiani per la creazione, nell'ambito della coalizione di centro sinistra, di un'area laico-riformista: tale iniziativa sfocia nella costituzione della Rosa nel pugno, una federazione tra lo SDI e i Radicali italiani, che partecipa alle elezioni politiche del 2006 a sostegno della coalizione di centrosinistra.
    In seguito alla costituzione della federazione con i Radicali, Boselli indirizza lo SDI verso una più marcata attenzione alla laicità dello Stato, criticando duramente gli interventi della CEI nel dibattito politico italiano, visti come un tentativo di interferire con l'attività legislativa.
    Terminata l'esperienza della Rosa nel Pugno, in occasione del V Congresso straordinario dello SDI Boselli si dissocia dal progetto del Partito Democratico promosso dai Democratici di Sinistra e dalla Margherita, giudicato un «compromesso storico bonsai» e promuove l'avvio di una Costituente Socialista per riunire in un'unica entità politica tutti quei partiti che si riconoscono nel socialismo, nella sinistra riformista e nel PSE. Il 2007 a Roma viene presentato il nome ed il simbolo del nuovo partito: un quadrilatero rosso con la rosa del socialismo europeo e la dicitura " Partito Socialista".
     
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  13. laura^
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    PROGRAMMA PARTITO DEMOCRATICO

    La struttura è suddivisa per capitoli.
    In primo luogo si individuano quattro punti chiave per l’Italia come soggetto facente parte di una complessa e mutevole comunità internazionale. A livello di politica internazionale, il Pd vede un’Italia che, sulla scia di quanto attuato dal governo Prodi, sceglie la via del multilateralismo, che si proponga di puntare ad “un’Europa massima possibile” nel processo di integrazione comunitaria, un’Italia che miri a diventare per il Mediterraneo “un hub politico ed economico” di livello mondiale, e che rafforzi la sua amicizia con gli Stati Uniti d’America.

    Per fare tutto ciò, si legge nel programma, il nostro Paese deve “riconquistare una posizione di primato nello sviluppo di qualità”. Deve perciò risolvere quelli che sono individuati come i quattro problemi principali che l’affliggono: l’inefficienza economica, la disuguaglianza sociale, la ridotta libertà di perseguire il proprio disegno di vita, la scarsa qualità della democrazia.

    Il progetto del Pd per affrontare e risolvere le questioni sopra poste si baserà su dieci pilastri fondamentali. Prima di tutto, la sicurezza, uno sviluppo di tipo “inclusivo”, la promozione della concorrenza e del merito come unico strumento per l’accesso al mondo del lavoro, un welfare di stampo universalistico contrapposto a quello particolaristico, l’educazione come ascensore sociale, una spesa pubblica più razionale e con meno sprechi riassumibile con l’espressione “spendere meglio spendere meno”, un fisco meno opprimente che premi i contribuenti leali – “pagare meno, pagare tutti” - , il diritto dell’economia che liberi le energie vitali, la sostenibilità e la qualità ambientale, uno stato forte che si occupi della sussudiarietà.

    Il progetto del Pd per l’Italia individua poi come metodo privilegiato per governare il cambiamento e per affrontare le sfide indicate quello che nel 1993 salvò il Paese dalla crisi economica, grazie al raggiungimento di un patto per la stabilità economico-finanziaria. “Oggi – si legge nel programma – serve un nuovo patto per la crescita della produttività totale dei fattori”.

    Se questo è il metodo da inseguire, il progetto del Pd indica anche dodici azioni di governo entro le quali si può racchiudere l’insieme di provvedimenti necessari per invertire la crisi economica e sociale nella quale il nostro Paese sembra stia precipitando. In primo luogo occorre agire sulla spesa pubblica, tagliando di mezzo punto di Pil la spesa corrente primaria nel primo anno di governo, di un punto nel secondo e di un altro punto nel terzo. Necessaria una rapida riduzione del deficit e del debito pubblico sotto il 90%, con la valorizzazione della quota non demaniale del patrimonio pubblico e il massimo rigore nella gestione della spesa pubblica.

    Quanto alle politiche tributarie, si punta ad “un fisco amico dello sviluppo”, che preveda per il 2008 un aumento della detrazione Irpef per il lavoro dipendente – con conseguente abbassamento delle tasse per i lavoratori – e la diminuzione generale delle aliquote Irpef di un punto all’anno per almeno tre anni. Viene lanciata la proposta di un credito d’imposta per le donne lavoratrici, con precedenza a quelle residenti nel Mezzogiorno. E’ confermata la “dote fiscale di 2.500 euro per i figli”, le detrazioni per l’affitto pagato, l’aliquota fissa per quello percepito.

    Sempre a livello fiscale, il programma prevede il miglioramento del “forfettone” per le piccolissime imprese, la non retroattività degli studi di settore, la capitalizzazione con sconti d’imposta per le imprese, e l’attuazione di un vero federalismo fiscale che metta in pratica l’art. 119 della Costituzione e l’autonomia degli enti locali sulle scelte infrastrutturali.

    La terza azione di governo riguarda la sicurezza di cittadini ed imprese. Va approvato subito il “pacchetto sicurezza” a livello nazionale e attivato il Piano contro la violenza alle donne. Principio fondamentale deve essere quello della certezza della pena. Deve poi essere “applicata una nuova tecnologia per richiedere aiuto – in casa o per strada – in tempi rapidissimi”. Vanno poi messi più agenti per le strade ed esteso il “Patto per la sicurezza”, già sperimentato con buon successo in alcune grandi città, a tutti i capoluoghi di provincia.

    Quatro punto: “Diritto alla giustizia giusta”. L’obiettivo è quello di arrivare a tempi ragionevoli per i processi, sia civili che penali. Gli strumenti per fare ciò sono individuati nell’accorpamento dei tribunali, nell’introduzione del Manager in tribunale, nell’introduzione dei processi telematici e l’Ufficio del processo, nella specializzazione dei magistrati. Quanto alle intercettazioni, il discorso è chiaro: sono uno strumento imprescindibile per l’autorità giudiziaria, ma, al tempo stesso deve esserci chi risponde del diritto alla riservatezza delle persone. Sul tema dei diritti, il Pd intende prevenire l’accanimento terapeutico sui malati attraverso il testamento biologico e promuovere il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi.

    Altra azione di governo è “l’ambientalismo del fare”. Il primo punto è chiaro: “rottamiamo il petrolio” e mettiamo in atto un piano che in dieci anni realizzi la trasformazione delle fonti principali di riscaldamento degli edifici pubblici e privati. In campo energetico vi sia maggiore ricorso al mercato e ai prezzi. Le valutazioni di impatto ambientale vengano concluse entro tre mesi dal loro avvio, vi sia un incremento della raccolta differenziata, degli impianti di rigassificazione. Siano create infrastrutture moderne e sostenibili, una cura del ferro” per le città. In sostanza, basta con l’ambientalismo del no: proporre nuove infrastrutture, valutare coinvolgendo tutti, ma quando si è deciso, realizzarle.

    Al sesto punto, lo stato sociale. “Più eguaglianza e più sostegno alla famiglia, per crescere meglio”. Più sicurezza sul lavoro, con una sola Agenzia nazionale che coordini l’attività preventiva, ispettiva e repressiva, premi alle aziende che investono in sicurezza e migliori indennizzi ai lavoratori infortunati. Aiutare le donne e le mamme, in particolare, a lavorare, investendo sugli asili nido e sugli assistenti di maternità.

    Contro la precarietà del lavoro, l’idea è quella di attuare la sperimentazione di un compenso minimo legale con 1000, 1100 euro mensili per i collaboratori economicamente dipendenti, l’allungamento del periodo di prova, l’incentivazione dell’apprendistato, forti incentivi a chi assume a tempo indeterminato, durata massima di 2 anni per contratti atipici, l’estensione delle tutele fondamentali a tutti i lavoratori. Deve essere garantita, inoltre, la continuità dell’occupazione facendo della formazione permanente un nuovo diritto di cittadinanza, con la tutela del reddito in caso di disoccupazione e con un sistema efficiente di servizi per il reimpiego.

    Per quanto riguarda i giovani, “diamo credito alla creatività”, creando le condizioni per agevolare e sostenere progetti imprenditoriali nei settori dell’innovazione tecnologica, dello sviluppo sostenibile, nei servizi di utilità sociale e impegno civile. Deve essere favorito poi un grande sforzo per l’edilizia pubblica e il social housing.

    Quanto al welfare, inoltre, deve essere alzata gradualmente l’indennità di accompagnamento, da 455 a 600 euro, per chi è in difficoltà. Da sperimentare, poi, il “Buono servizio” per non autosufficienti. Quanto alle politiche per l’immigrazione, va cambiata la legge Bossi-Fini, che produce immigrazione irregolare, e introdotte modalità d’ingresso con sponsor e certificati. Nelle elezioni amministrative va aperto il voto agli immigrati. In generale, il governo del Pd si impegna a favorire la regolarità, si opporrà alla clandestinità e combatterà con durezza la criminalità.

    Nel campo della sanità, va rafforzato e valorizzato il Servizio sanitario nazionale, correggendo gli squilibri territoriali. Negli ospedali va garantita più sicurezza e liste d’attesa meno lunghe. Va scritta la parola fine alle nomine clientelari e partitiche in sanità, selezionando il personale, valorizzandone le competenze e neutralizzando le interferenze della politica. Poi due grandi innovazioni: il Fondo per le cure odontoiatriche la telemedicina, grazie alla quale i pazienti anziani siano meglio serviti. Infine la legge 194 è considerata una buona legge, equilibrata, che ha conseguito buoni risultati e va attuata in tutte le sue parti.

    Al settimo punto, cultura, scuola, università e ricerca: “più autonomia, per l’equità e l’eccellenza”. Quanto al mondo della scuola, l’obiettivo di portare al diploma l’85% dei nostri ragazzi, investendo sugli insegnanti premiandone il merito e l’impegno. Vanno aumentate le ore di matematica, sperimentato l’insegnamento in inglese di una materia curriculare, creando 100 nuovi “campus della scuola dell’obbligo” entro il 2010 e favorendo l’educazione allo sport fin dalle scuole elementari.

    Per il sistema universitario, occorre fermare la proliferazione delle sedi, favorire l’autonomia dei valutazione dell’Agenzia nazionale, ed internazionalizzare le nostre università, puntando sull’eccellenza. Vanno istituite borse di studio spendibili in qualsiasi università e bisogna rendere il progetto “Erasmus” veramente accessibile per tutti. Il Pd propone infine di garantire a 1000 giovani ricercatori italiani ad alto potenziale di lavorare “liberi” attorno alle loro idee.

    Ottava azione di governo è il rafforzamento del mondo delle imprese, “per competere meglio” a livello internazionale. Va superato il capitalismo di tipo “relazionale” tramite incentivi alle piccole e medie imprese, aiuti ad entrare in borsa per le società non quotate, accrescimento della contendibilità delle imprese, sviluppo di processi liberalizzazione e introduzione di norme rigorose sul conflitto d’interessi. Occorre poi dire basta al fondo perduto, puntando su strumenti automatici e rendendo strutturale il credito d’imposta su ricerca e sviluppo. Vanno aiutate le PMI, volano della crescita di qualità. Il Pd propone inoltre strumenti per combattere la burocrazia, favorire la democrazia economica, destinare più risorse all’agricoltura e promuovere nuove strategie per il turismo.

    Nove: favorire la concorrenza, in quanto “produce crescita”. Per ogni anno di governo, va approvata una legge in materia. La prima deve puntare alla liberazzazione del mercato della telefonia, dei trasporti e della distribuzione dei carburanti. La proposta, inoltre, è che vengano abbassati i costi bancari e agevolate le opportunità di finanziamento per famigli ed imprese. Occorre migliorare le Autorità e i servizi pubblici di qualità per ottenere prezzi più bassi per i cittadini utenti.

    La decima azione riguarda il Sud del Paese e il Mediterraneo. L’obiettivo è fare in modo che il Mezzogiorno non sia un peso ma un’opportunità per la crescita dell’Italia. Per fare ciò occorre portare la rete delle infrastrutture e dei servizi a dimezzare il gap accumulato rispetto al Centro-Nord. In primo luogo, le infrastrutture della mobilità: strade, ferrovie, porti, aeroporti e autostrade del mare. Vanno poi stabiliti obiettivi standard: dal servizio idrico all’ambiente, dall’energia alla scuola, dalla giustizia all’università, così da sfruttare a pieno la vocazione del Sud come naturale piattaforma logistica del Mediterraneo.

    Undicesimo, determinante, azione è quella che viene chiamata la “democrazia governante”. Il punto di partenza è che “le riforme si fanno insieme”. Il Pd propone una sola Camera legislativa con 470 deputati, eletti in collegi uninominali, col doppio turno, scelti con le primarie e col vincolo di genere. Un Senato delle autonomie, con 100 membri. Governo con 12 ministeri e non più di 60 membri, compresi i sottosegretari. Fiducia dell’unica Camera al solo Presidente del Consiglio, che può chiedere al capo dello Stato la revoca dei Ministri. Va introdotto lo statuto dell’opposizione, equiparato il metodo di calcolo contributivo per i vitalizi dei parlamentari a quello di ogni lavoratore. Viene confermata l’ineleggibilità dei condannati per reati gravi. Vi è inoltre la proposta per dare il diritto di voto ai sedicenni, nelle elezioni Amministrative.

    Dodicesimo e ultimo punto, superare il duopolio televisivo ed approdare alla tv nell’era digitale. Di qui al 2012 deve essere applicata l’assegnazione delle frequenze secondo le direttive europee e il rispetto delle sentenze della Corte costituzionale. Va messa subito mano alle nuove regole per il Governo della RAI, con l’introduzione di una Fondazione e un Amministratore unico. Occorre, infine, stabilire un fondo per la qualità dei programmi, destinando il 2% dell’intero fatturato pubblicitario al finanziamento di produzioni di qualità. http://www.partitodemocratico.it/gw/produc...px?id_doc=45315

    Edited by laura^ - 10/3/2008, 15:56
     
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  14. laura^
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    PROGRAMMA PDL
    Sette missioni, 12 pagine, poco più di 3.600 parole per descriverle: formule, soluzioni, progetti in gran parte noti e che comunque si collocano in continuità all'interno del percorso e della proposta di governo del centrodestra fin dagli anni del primo governo Berlusconi. I "magnifici 7" punti di programma sono: rilanciare lo sviluppo; sostenere la famiglia, dare ai giovani un futuro; più sicurezza, più giustizia; i servizi ai cittadini: sanità, scuola, università, ricerca, cultura e ambiente; il Sud; il federalismo; un piano straordinario di finanza pubblica. La leva fiscale viene richiamata in due "mission", quella dedicata al rilancio dello sviluppo e quella per il sostegno a famiglia e giovani.

    SVILUPPO. Detassazione degli straordinari, premi e incentivi legati alla produttività, detassazione progressiva della tredicesima, un'azione sull'Iva (versamenti solo a fattura incassata, rimborsi entro 60-90 giorni, progressiva abolizione di quella sul turismo), nonché una progressiva abolizione dell'Irap. Del capitolo rilancio fanno parte anche le infrastrutture (si ripropongono la legge obiettivo e le grandi opere a partire da Ponte sullo Stretto e Tav) e capitoli sono dedicati al tema rifiuti (con la promozione di raccolta differenziata e la realizzazione di termovalorizzatori), al rilancio del trasporto aereo, e alla partecipazione ai progetti nucleari europei. Altri punti forti della 'mission-rilancio' sono legge Biagi e sicurezza sul lavoro, liberalizzazioni, sostegno al 'made in Italy', riorganizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione.

    FAMIGLIA E GIOVANI. Il punto di forza è "meno tasse": eliminazione dell'Ici sulla prima casa, introduzione progressiva del quoziente famigliare, abolizione delle tasse di successione e sulle donazioni reintrodotte da Prodi, progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40% del pil, lotta all'evasione, progressiva tassazione separata dei redditi da locazione. All'emergenza abitativa, peraltro, viene dedicato un intero capitolo dal titolo "una casa per tutti" che, come già era emerso, prevede un "piano casa" per la costruzione di alloggi, riduzione dei mutui, piano di riscatto degli alloggi pubblici, una legge obiettivo per le zone urbane svantaggiate. Altri punti di forza: reintroduzione del 'bonus bebe', riduzione dell'Iva sui prodotti per l'infanzia, interventi per la scuola, aumento delle pensioni più basse, stabilizzazione del 5 per mille, no a leggi che favoriscano forme di eutanasia. Per i giovani, in particolare, si pensa a un periodo di 'no tax' per le nuove iniziative imprenditoriali giovanili, ma anche a garanzie pubbliche per il "prestito d'onore" e un "bonus locazioni".

    SICUREZZA E GIUSTIZIA. Aumento delle risorse e maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio, no a sanatorie dei clandestini, apertura di nuovi Cpt, conferma della Bossi-Fini, lotta al terrorismo interno e internazionale, tutela dell'ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari "disobbedienti" e aumento delle pene per i reati di violenza contro le forze dell'ordine. Più giustizia: riforma dei codici, giusto processo; aumento delle risorse; certezza della pena; inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; costruzione di nuove carceri; rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura; limitazione dell'uso delle intercettazioni al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione; riforma della responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati; completamento della riforma del Codice di Procedura Civile.

    SERVIZI AI CITTADINI. Sanità: eliminazione delle liste d'attesa; rinnovo tecnologico e nuove strutture ospedaliere; trasparenza nella scelta dei manager; revisione della legge 180 per il trattamento sanitario obbligatorio dei disturbati psichici; attuazione della legge contro le droghe. Scuola, ricerca e università: rilancio delle '3 I' (inglese, impresa, informatica); difesa della lingua e della cultura italiana; aiuto agli studi per i meritevoli; aumenti agli insegnanti più capaci; trasformazione in Fondazione delle Università, competizione tra atenei; detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione; legge quadro per lo spettacolo dal vivo; promozione delle "cittadelle della cultura e della ricerca". Ambiente: "5 per mille" per l'ambiente;legge obiettivo per il patrimonio culturale e il paesaggio; valorizzazione del territorio; strumenti di tutela del suolo e delle acque; aggiornamento della legge per la caccia.

    SUD. Il programma prevede un piano decennale straordinario per le infrastrutture; "leggi obiettivo" speciali su turismo, beni culturali, agroalimentare e risorse idriche, infrastrutture e logistica, poli di eccellenza per la ricerca e l'innovazione; riconversione dell'industria chimica pesante alle nuove tecnologie; pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali; realizzazione della Banca del Sud; federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di sviluppo; contrasto alla criminalità organizzata e piano sicurezza.

    FEDERALISMO. Il Pdl propone l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione sul federalismo fiscale, con l'approvazione delle norme approvate dalla Lombardia; garanzia che la perequazione riduca ma non annulli le differenze di capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale.

    FINANZA PUBBLICA. Un un piano straordinario da completare nell'arco dell'intera legislatura. La realizzazione è sottoposta a 3 vincoli esterni essenziali: il vincolo costituito dalla crisi economica in atto nel mondo ed in Italia; il vincolo imposto dagli impegni di trattato europeo; il vincolo costituito dall'attuale instabile equilibrio dei conti pubblici italiani. "In questi termini - si legge nel documento - gli interventi attuativi del presente programma saranno comunque progressivamente e responsabilmente realizzati in funzione dell'andamento dell'economia e nel rispetto dei criteri di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Non facciamo e non promettiamo miracoli. In ogni caso non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini. Non aumenteremo dunque la pressione fiscale. Anzi ci sforzeremo di ridurla. Fermo l'obiettivo di contrasto e di recupero dell'evasione fiscale. Il nostro impegno sarà all'opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell'apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili)".







    Edited by ErTigre - 12/3/2008, 17:20
     
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  15. ErTigre
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    imagePROGRAMMA PER LA MORATORIA
    Roma. I nostri candidati si impegnano a:
    Promuovere legislativamente il dovere di seppellire tutti i bambini abortiti nel territorio nazionale, in qualunque fase della gestazione e per qualunque motivo. Le spese sono a carico del pubblico erario.

    Vietare per decreto legge l’introduzione in Italia della pillola abortiva Ru486 e simili veleni capaci di reintrodurre la convenzione dell’aborto solitario e clandestino contro lo spirito e la lettera della legge 194 di tutela sociale della maternitaˆ.


    Stabilire per via di legge che accoglienza, rianimazione e cura dei neonati sono un compito deontologico dei medici a prescindere da qualunque autorizzazione di terzi.

    Emendare l’articolo 3 della Costituzione, comma 1. Dove scritto “tutti i cittadini hanno pari dignitaˆ sociale e sono eguali davanti alla legge” aggiungere una virgola e la frase “dal concepimento fino alla morte naturale”.
    Impegnare il governo della Repubblica a costruire un’alleanza capace di emendare la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite all’articolo 3. Dove scritto “ogni individuo ha diritto alla vita” aggiungere una virgola e la frase “dal concepimento fino alla morte naturale”.
    Difendere la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita, escludendo per via di legge e linee guida interpretative ogni possibilitaˆ, adombrata in recenti sentenze giudiziarie, di introdurre la pratica eugenetica della selezione per annientamento dell’embrione umano al posto della cura e della relativa diagnostica terapeutica. Introdurre nei primi cento giorni una moratoria per la ricerca sulle cellule staminali embrionali, sulla falsariga di quella europea abbandonata dal governo Prodi, e rafforzare la ricerca sulle staminali adulte o etiche.
    Fondare in ogni regione italiana una Agenzia per le adozioni il cui compito specifico sia quello di favorire l’adozione, con procedura riservata e urgente, di quei bambini che possono essere sottratti a una decisione abortiva di qualunque tipo.Adottare le modalitˆ del “Progetto Gemma” sul sostegno materiale alle gestanti in difficoltˆ e alle giovani madri di ogni nazionalitˆ e status giuridico per la prima accoglienza e educazione dei bambini, con l’erogazione di consistenti somme per i primi trentasei mesi di vita dei figli.
    Applicare la parte preventiva e di tutela della maternitˆ della legge 194. Potenziare in termini di risorse disponibili e di formazione del personale pubblico, valorizzando il volontariato pro vita, la rete insufficiente dei consultori e dei Centri di aiuto alla vita in ogni regione e provincia italiana.
    Triplicare i fondi per la ricerca sulle disabilitˆ e istituire una Agenzia di tutela e integrazione del disabile in ogni regione italiana.
    Sostenere con sovvenzioni pubbliche adeguate l’attivitˆ dell’associazione di promozione sociale denominata Movimento per la vita.
    Le risorse per il programma elettorale sono da fissare nella misura di mezzo punto calcolato sul prodotto interno lordo e verranno rese disponibili attraverso lo stanziamento di 7 miliardi di euro attualmente giacenti presso i conti correnti dormienti in via di smobilitazione e altri cespiti di entrata.
     
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21 replies since 28/2/2008, 15:42   422 views
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