beni ambientali e culturali

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. stemil
        Like  
     
    .

    User deleted


    AMBIENTE MobileInviaStampaIl piano dell'assessore regionale ai Beni culturali Antinoro
    Pioggia di no dall'opposizione: "Idea che fa inorridire"
    "Valle dei templi ai privati"
    Shock e polemiche in Sicilia
    di EMANUELE LAURIA

    PALERMO - "Privatizziamo la Valle dei templi". Per ora è poco più di un'idea, una proposta shock che porta però la firma di chi gestisce la politica dei beni culturali in Sicilia. Quella dell'assessore regionale Antonello Antinoro, che ha già abbozzato una ampia relazione sul tema: finirà presto sul tavolo della giunta Lombardo. Un'iniziativa annunciata ieri e che ha già scatenato un vespaio di polemiche. Raccogliendo, per ora, solo dissensi. "Per rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali in Sicilia dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent'anni. Penso ad esempio alla Valle dei Templi o al teatro greco di Siracusa", afferma Antinoro, uno degli uomini forti dell'Udc di Cuffaro in Sicilia, trentamila voti alle ultime regionali. Al piano l'assessore sta lavorando con Adele Mormino, il suo capo di gabinetto che è anche il sovrintendente dei beni culturali di Palermo. "In cambio della gestione del nostro patrimonio artistico - dice Antinoro - i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell'indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la strada statale Palermo-Agrigento e un eliporto".

    Ma non si ferma qui, l'assessore. E, in un'intervista rilasciata a un sito internet allunga la lista dei monumenti da privatizzare: "Potrebbero essere inseriti anche il teatro antico di Taormina, Selinunte o la Cappella Palatina. Ma l'elenco dei siti dovrà essere concordato con l'assessorato regionale al Turismo". Antinoro aggiunge: "Potremmo affidare a privati anche gruppi di opere, in cambio della realizzazione di un museo per ospitarle in Sicilia".

    È una proposta che riapre nel modo meno atteso il dibattito attorno alla Valle dei templi, sito visitato ogni anno da 700 mila turisti, considerato patrimonio dell'umanità dall'Unesco ma indicato da anni, a torto a ragione, come uno dei simboli dell'aggressione del cemento alle bellezze monumentali del Paese. E salito alla ribalta, di recente, per piccoli e grandi disservizi. L'anno scorso, di questi tempi, l'irrigidimento burocratico dei custodi - che negarono l'ingresso a 38 bimbi stranieri perché il biglietto gratuito era previsto solo per i minori appartenenti all'Ue - fece gridare al razzismo il mondo politico, senza distinzione di bandiera.

    In Sicilia capita non di rado che i turisti si trovino di fronte ai cancelli dei monumenti chiusi, specialmente di domenica o nei giorni festivi. Ma è la privatizzazione la soluzione alle difficoltà di gestione? Non ci crede Rosalia Camerata Scovazzo, presidente dell'ente che controlla il Parco dei templi. Nasconde a fatica l'imbarazzo per non essere stata neppure avvertita dell'iniziativa del governo regionale. Ma, nel corso di un sopralluogo al tempio di Giunone, lascia intendere il suo pensiero. "Voglio vedere il provvedimento prima di fornire una valutazione chiara - afferma la Camerata Scovazzo - Ma una cosa è certa: la tutela dei beni culturali non può essere oggetto di delega, da parte di un'amministrazione pubblica". E ovviamente l'iniziativa ha già scatenato una battaglia politica. Con il Pd siciliano pronto a dirsi "inorridito": "È un paradosso che nella regione che ha il più altro numero di dipendenti, oltre ventimila, si pensi di affidare i beni pubblici a soggetti privati", dice Filippo Panarello, vicepresidente della commissione Beni culturali dell'Assemblea regionale. Panarello invita a "combattere sprechi e clientelismi, per mettere in piedi un credibile piano di fruizione dei beni culturali che deve prevedere orari di apertura più ampi, anche nei giorni festivi". D'accordo il collega di partito Mario Bonomo: "Quest'idea di provare a fare cassa in tutti i modi, di trasformare in business anche la nostra stessa memoria fa semplicemente inorridire".

    (3 luglio 2008) Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold

     
    .
  2. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    Tanto per fare una battuta sardonica: forse qualcuno pensa che la liberalizzazione del mercato passi da iniziative come queste!!!
    Cmq è notevole il fatto che da una parte vengano fatti piani per il rilancio della pubblica amministrazione: puniamo i fannulloni, incentiviamo i competenti, ecc ecc.. (cito Maroni liberamente) e dall'altra, nel momento in cui si tratta di fare realmente efficienza, si affida la cosa (o cosa nostra??? ) ai privati.
     
    .
  3. marina.1
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ogni volta penso che abbiano toccato il fondo...ma non c'è limite!
    Naturalmente tra i privati si possono scegliere personalità eccelse nel mondo degli affari...e con ottime amicizie....Tanto sono sempre cose di cosa nostra!!
     
    .
  4. dango
        Like  
     
    .

    User deleted


    A Bolzano tutti uniti nell'indignazione per un'opera esposta
    (e ora coperta) al Museo d'Arte moderna
    Aspettando il Papa,
    la rana crocifissa fa scandalo
    "Toglietela, ci offende: non siamo a New York"

    di CONCETTO VECCHIO da rep.it

    ROMA - Il presidente del consiglio regionale Franz Pahl minaccia lo sciopero della fame. Gli Schuetzen in marcia. Per una volta uniti nell'indignazione Svp, An e il vescovo Egger. Veglie pubbliche dei catecumenali. Uno tsunami di lettere ai giornali di cittadini indignati. Tutto per una rana verde crocefissa, con in una zampa un boccale di birra e nell'altra un uovo, che da qualche settimana giganteggia nell'atrio del museo d'arte moderna Museion a Bolzano.

    "Toglietela, ci offende", è il coro. "Non siamo a New York" coglie il sentimento dominante l'assessore provinciale alla cultura Sabrina Kasslatter Mur. L'Alto Adige vibra d'indignazione, alla vigilia del soggiorno di Papa Ratzinger, che trascorrerà le sue vacanze a Bressanone e i cui Angelus del 3 e 10 agosto in piazza Duomo (9mila posti) sono esauriti da settimane.

    L'autore, Martin Kippenberger, non può replicare. Morì undici anni fa a 44 anni, dopo lunghi tormenti esistenziali. La rana la custodiva un medico tirolese, che al museo l'ha prestata gratis. Gli altoatesini come ipocriti ubriaconi, dediti all'alcol e alla blasfemia, pur dichiarandosi potentemente cattolici: questo il messaggio dell'artista.

    "Un artista in crisi" ha precisato maliziosamente il presidente della Provincia Luis Durnwalder, che nell'ultima riunione di giunta s'è fatto passare una falsa telefonata dal Vaticano, facendo sbiancare i colleghi: "Il Papa non viene più. Siamo nei guai". Ma le alte gerarchie ecclesiastiche sono davvero indignate, come ha fatto notare Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale: "Siamo rammaricati per la fine del dialogo tra mondo dell'arte e mondo religioso".

    I vertici del Museo, la cui sopravvivenza dipende in larga parte dai finanziamenti pubblici della Provincia, per un po' hanno rintuzzato le critiche ("l'arte resta libera e i musei devono proteggerla da ogni forma di ingerenza da parte della politica"), poi hanno cercato di costruirvi attorno una serie di schede esplicative nel tentativo di spiegarne il simbolismo recondito, infine hanno mascherato la rana con un tappeto di giornali.

    "Ora è un totem mediatico, ma sin dall'inizio non c'era alcuna intenzione di ferire i sentimenti religiosi" ha provato a parare il colpo Alois Lageder, il presidente del Museion. Ma l'anfibio, seppur occultato, è ancora lì e Franz Pahl, dell'ala tradizionalista della Svp, il partito-Stato dell'Alto Adige, minaccia di digiunare se non sarà rimosso prima dell'arrivo del Pontefice.

    Non è la prima provocazione. Tempo fa il museo espose uno sciacquone con l'inno di Mameli, Alleanza nazionale andò su tutte le furie e i magistrati sequestrarono l'opera. Stavolta la mobilitazione è perfettamente bipartisan. Nel frattempo la rana è diventata un'icona pop. Gli adolescenti se la fanno tatuare sui bicipiti.
     
    .
3 replies since 3/7/2008, 15:46   75 views
  Share  
.