Casini, elezioni?

facciamole........

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    » 2009-09-13 20:37
    CASINI, ELEZIONI? FACCIAMOLE BASTA DIKTAT DI BOSSI
    dell'inviata Paola Spadari

    CHIANCIANO TERME (SIENA) - La minaccia delle elezioni anticipate agitata dalla Lega non fa paura all'Udc. Pier Ferdinando Casini raccoglie e rilancia la sfida contro Umberto Bossi. "Se Berlusconi e Bossi vogliono elezioni anticipate, noi siamo pronti", attacca. Ma sappiano che, contro i "diktat" del Carroccio, "una maggioranza in Parlamento si troverà in dieci minuti".

    Va giù duro tra gli applausi scroscianti della platea, tutta in piedi, il leader centrista che chiude la tre giorni degli Stati generali del Centro riuniti a Chianciano dove è aperto il cantiere del nuovo partito, equidistante da Pd e Pdl ("strategia, non furbizia", dice) propulsore del cambiamento. Casini incassa la presenza di Gianfranco Fini e Francesco Rutelli che ieri hanno parlato a Chianciano. "Un fatto che parla da sé", afferma. Si salda infatti qui la ripresa di dialogo con il presidente della Camera, anche lui impegnato in questi giorni nel braccio di ferro con Bossi, e la sintonia ribadita con l'ex leader della Margherita per un lavoro comune nell'interesse del Paese. "Rutelli e Fini sono venuti - sottolinea Casini - hanno tenuto discorsi diversi e fatto i loro distinguo. Bene, ma qui. Un fatto che parla da solo", perché "qui c'é terreno per un nuovo germoglio". "Il centro non è un luogo, è una politica, un'idea inclusiva". Forte delle ritrovate sintonie, Casini lancia un avvertimento a Silvio Berlusconi affinché riequilibri l'azione del governo per i centristi troppo sbilanciata sulla Lega. Stia attento a non "lacerare il Paese con conflitti corporativi", ascolti anche la voce dell'opposizione anziché "passare il 90% del suo tempo ad insultare chi non la pensa come lui. Così porta l'Italia al macero". "Qualcuno ha scritto che lo scontro Bossi-Fini fa sognare i centristi, ma invece rattrista tutti gli italiani. Non viviamo delle disgrazie altrui".

    Quanto alle alleanze (l'Udc sarebbe determinanti in 7 regioni su 13), Casini si tiene le mani libere: "Noi oggi siamo decisivi e il corteggiamento cui siamo sottoposti lo dimostra. Ieri dovevamo essere fatti fuori, ma domani faremo la forza di cambiamento del Paese perché questa politica non piace agli italiani". E ribadisce la linea del dialogo in vista delle regionali solo caso per caso: "Una strategia non una furbizia". E "nessun tentennamento - aggiunge - abbiamo vinto la lotta al bipartitismo e non accettiamo alleanze organiche né con il Pd, né con il Pdl". Il leader dell'Udc respinge poi la proposta del segretario del Pd Dario Franceschini ("mi fa cadere le braccia)", che definisce della 'Santa Alleanza' anti-Berlusconi: "L'alleanza contro Berlusconi è il miglior regalo che possiamo fare a Berlusconi stesso. Noi vogliamo cambiare il Paese con la forza delle nostre idee e non contro Berlusconi". Ora tuttavia i centristi guardano al congresso del Pd. Per Casini, i Democratici "devono fare una scelta strategica. Vedremo come risolveranno il rapporto con il mondo cattolico. Ci aspettiamo un rapporto corretto che può anche basarsi sulla collaborazione in sede locale".
     
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    Da Pdl no a 'Grande centro', attesa per incontro Fini-Berlusconi
    20:25 - POLITICA- 13 SET 2009





    In settimana ufficio Presidenza Pdl. E' scontro Lega-Udc
    Roma, 13 set. (Apcom) - Oltre la stretta di mano ieri sera Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi non sono andati. E d'altra parte l'ex leader di An nei giorni scorsi era stato chiaro,in pubblico come in privato, sottolineando la necessità di un lungo e intenso chiarimento con il Presidente del Consiglio. Come a dire che non sarebbero certo bastati venti minuti di faccia a faccia nel bel mezzo di un appuntamento diplomatico, o magari al termine della serata, per chiudere il caso. E così si dovrà attendere la prossima settimana, quando i due staff sceglieranno il giorno giusto per un incontro che, ad ora, non risulta ancora fissato. Fonti vivine al Cavaliere assicurano che Berlusconi avrebbe gradito comunque un primo faccia a faccia, utile a sciogliere il ghiaccio e a capire a cosi punti il Presidente della Camera. Fini, dal canto suo, continua a considerare quella di un confronto organico la strada giusta. Si vedrà, intanto ad agitare ulteriormente le acque del centrodestra ci pensa da Venezia Umberto Bossi. Dopo che Roberto Calderoli aveva definito "una follia" le elezioni anticipate minacciate ieri dal leader della Lega, in mattinata bocciate anche dai capigruppo del Pdl ("Bossi sbaglia, ipotesi irreali"), il senatùr decide di tornare all'antico, invoca una futura 'Padania libera' e sull'immigrazione non arretra, immaginando anzi una catena umana di leghisti che lungo il Po blocchino gli immigrati che guardano al Nord del Paese. Parole parecchio distanti da quelle pronunciate oggi da Fini, che ha sottolineato come la speaker della Camera dei rappresentanti Usa, l'italoamericana Nancy Pelosi, sia un esempio di integrazione. Forse della catena umana sul Po Bossi non parlerà con il presidente del Consiglio, che potrebbe incontrare ad Arcore domani sera (anche se l'appuntamento è ancora da confermare). Di certo le 'uscite' delle Lega, le Regionali e le alleanze con l'Udc (dopo la dura presa di posizione anti Carroccio pronunciata oggi da Pier Ferdinando Casini) saranno al centro di un ufficio di Presidenza del Pdl che si dovrebbe tenere con ogni probabilità questa settimana. Un appuntamento che avrà anche l'obiettivo di fornire un'immagine di unità del Pdl, una riunione durante la quale potrebbero emergere i malumori di alcuni dei principali dirigenti verso la linea finiana. L'Udc, intanto, lancia la sfida anti Lega. Casini si dice pronto a sostenere una maggioranza che scluda il carroccio dal governo del Paese, spingendo per il voto anticipato. Ma dal Pdl arriva il brusco stop dello stato maggiore del partito. Cicchitto e Gasparri assicurano infatti che non c'è aria di elezioni, invitando Casini a non farsi "illusioni" circa l'ipotesi di dar vita a nuove formule che superino il bipolarismo. E anche i capigruppo della Lega di Camera e Senato, Roberto Cota e Federico Bricolo, non risparmiano critiche al leader centrista:"Casini, da vecchio democristiano, sogna con logiche da Prima Repubblica: si svegli, perché il mondo è cambiato Mentre lui fa i giochi di palazzo, noi invece pensiamo a risolvere i problemi della gente".
     
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  3. patna
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    Rosanna per fare nuove elezioni occorrono un'opposizione forte e coesa - non un branco di scimmie urlanti che non vedono l'ora di andare al potere - purtroppo la vera forza del pdl sta nella sua unione - e questo la sinistra non l'ha ancora capito - ste uscite melodrammatiche francamente lasciano il tempo che trovano - e Casini è un grandissimo ciarlatano che va con il migliore offerente - si è visto sbattere la porta in faccia dalla destra ed ora si prostituisce con la sinistra - persone del genere sarebbe bene che si togliessero dai piedi -
     
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    Hai ragione Pat, su tutto.

    Ho l'impressione che anche il trono del Berlusca in questo momento sia un po' traballante, ma loro riescono a sistemare tutto, cosa che la sinistra non è riuscita a fare, proprio perchè non c'è coesione!
     
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    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...47387girata.asp


    16/9/2009 (7:45) - INTERVISTA
    Casini: "Siamo clientelari?
    Allora nessuna alleanza con il Pdl"

    Berlusconi: "In tv e stampa troppi farabutti"

    Il leader dell'Udc replica al
    premier che lo attacca in tv
    sulla politica dei due forni

    ANTONELLA RAMPINO
    ROMA
    Sulla scrivania di Pier Ferdinando Casini c’è un’interrogazione parlamentare su Khodorkosky, il magnate russo nemico di Putin da anni in catene in Siberia. «I rapporti che intratteniamo con la Russia e con Gheddafi ci allontanano dagli Usa». Ed è solo un assaggio. A tarda sera, in una telefonata a «Porta a Porta» litigherà con Berlusconi che lo accusa di fare la politica dei due forni: «Vuol dire che non faremo alleanze col Pdl alle regionali». Pier Ferdinando Casini non sta sulla riva del fiume, la sua è una politica pensata, e da tempo.

    Presidente, Fini torna a chiedere a Berlusconi collegialità decisionale, quella che ai suoi tempi si chiamava la «cabina di regia». Lei che li conosce bene, ci dica: come finirà?
    «È tutto un déjà vu. Rispetto il partito di maggioranza relativa, ma il Pdl nasce con un peccato originale: su un predellino, con Berlusconi che intima o con me, o fuori. A Berlusconi si può imputare tutto, ma non di non essere chiaro. Il Pdl è lui».

    Fine corsa per Fini?
    «Io apprezzo lo sforzo di Fini. Il suo tentativo è generoso, ma rispetto a qualche anno fa la situazione è peggiorata. Ai miei tempi c’era una vaga idea di collegialità. Oggi il rapporto è tra Berlusconi e Bossi, e basta. Per giunta, più Berlusconi è debole, più Bossi è forte. Detto questo, non penso affatto che Fini sia a fine corsa».

    Bossi minaccia le elezioni anticipate: è realistico?
    «Le agita un giorno sì e un giorno no per ricattare con maggior efficacia la politica italiana, ma per spuntare quell’arma è bastato che io dicessi “magari!”, e facessi notare che si sarebbe formato in dieci minuti un nuovo governo. Questo dimostra che ai ricatti di Bossi si può e si deve rispondere con la schiena dritta, sennò alzerà sempre la posta. A meno che la schiena non la si voglia piegare per scelta, come fa Berlusconi, che si sente protetto dalla Lega perfino emotivamente».

    Critica durissima. Eppure voi dell’Udc, onorevole Casini, lucrate rendite di posizione. Il governo e la maggioranza si sfilacciano, tengono l’Italia in fibrillazione. Intanto voi crescete, state nel Ppe con Berlusconi, e regione per regione vi alleerete col Pdl per le prossime elezioni.
    «Senta, io sto alla politica. Siamo gli unici ad essere stati ieri all’opposizione di Prodi e oggi di Berlusconi. Altro che partito di potere... Regione per regione ci alleiamo laddove i programmi dei governatori, e le personalità presentate, hanno un profilo che ci permetta di fare la nostra politica. Col Pdl come con il Pd. Non chiediamo e non abbiamo mai chiesto posti. È nella politica nazionale che le distanze si sono allargate, come dimostra la stessa vicenda Fini-Berlusconi. Quanto alla cosiddetta rendita di posizione, deriva dalla cattiva politica degli altri: non sarà mica colpa nostra... In realtà la spinta propulsiva di questa maggioranza si è già arenata dopo un anno appena di legislatura: argomenti, polemiche, elezioni evocate sono cose che capitano alla fine, non all’inizio. Comunque, noi non abbiamo fretta, siamo allenati alla lunga distanza. Chi cerca scorciatoie non lavora per un’alternativa che ha invece bisogno di maturare. Anche attraverso l’analisi delle cose non fatte ma proclamate dal governo. Prenda le case di Onna. Tutti contenti che la Croce Rossa e il Trentino le abbiano costruite, ma il resto?».

    Il resto?
    «Il catalogo sarebbe lungo... Prenda l’Alitalia: Berlusconi dice che è una mistificazione sostenere che non funziona, ma gli italiani lo sanno, lo vedono tutti i giorni che non è così. E alla fine si accorgeranno che sono stati sprecati 3-4 miliardi».

    Non le secca che per implementare il Grande Centro si debba uccidere una delle poche conquiste di sistema, il bipolarismo?
    «Certo, non è che la cosa mi inorgoglisca. Ma il bipolarismo si sta liquidando da solo perché, lontano dall’essere plasmato sul modello francese o tedesco, si ritrova incardinato su Bossi da una parte e su Di Pietro dall’altro. Il Centro si inserisce inevitabilmente, per creare una nuova politica per le prossime elezioni».

    Fini e Rutelli sono venuti al suo congresso, ma la cosa è finita lì.
    «Io rispetto sia Fini che Rutelli. Non tiro per i capelli nessuno. Bisogna finirla. Guardi Luca di Montezemolo: è un amico carissimo, è una persona che stimo e ha responsabilità, ma non la vocazione e la voglia di fare politica. Non si tirano le persone per i capelli, ma gli spazi in politica si occupano. È quel che ha fatto anche Berlusconi, quando è finita la Dc. Il senso di responsabilità, la moderazione, il rifiuto del populismo, il bisogno di una società e di una politica che non istilli veleni e paure del diverso al solo fine di governarle con la demagogia è quel che serve al Paese. Un giorno, una goccia farà traboccare il vaso. E la storia politica del Paese cambierà».

    Quale sarà la goccia?
    «Debbono stare attenti con gli attacchi a Fini. La politica che usa il ricatto permanente contro le istituzioni è miope, non può durare. Fini per il Pdl è più eretico di quanto non lo fossi io 5 anni fa. Ma venivo tollerato, oggi c’è l’insofferenza per chi non sta al pensiero unico. Informazione compresa. E Berlusconi che affida a Feltri la propria difesa politica dà una straordinaria prova della propria debolezza».

    Per la sua esperienza, la carica di presidente della Camera difende?
    «Abbastanza, sì».
     
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4 replies since 13/9/2009, 20:17   45 views
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