27 GENNAIO

GIORNATA DELLA MEMORIA

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  1. laura^
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    Shoah, le istituzioni in prima linea
    Napolitano: non si deve dimenticare

    L'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz



    Domani la Giornata della memoria


    MILANO
    Preghiere in sinagoga, mostre storiche e spettacoli teatrali, convegni e concerti si svolgeranno in tutta Italia, domani, in occasione della decima edizione del Giorno della memoria, che, per commemorare la fine della Shoah, ricorda il 27 gennaio del 1945, quando, sessantacinque anni fa, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le istituzioni saranno protagoniste nella giornata. Il momento più solenne si svolgerà al Quirinale quando, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta consegnerà le medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti. Molti Stati hanno istituito un Giorno della memoria e, in Europa, altri paesi hanno scelto la stessa data del 27 gennaio.

    A dieci anni dal varo della legge che ha istituito l’evento è stato creato un comitato coordinatore che ha avuto incarico di organizzare stabilmente le celebrazioni. «Da allora - spiega il leader degli ebrei italiani, Renzo Gattegna - l'ebraismo italiano si è a più riprese interrogato sul modo di proporre una riflessione che non fosse svuotata dei suoi significati più profondi, riducendosi a semplice celebrazione. Al di là delle giuste, necessarie parole su Shoah e Memoria, crediamo infatti che occorra cercare di perpetuare il senso vero di questo giorno».

    «Non dimenticare la shoah, e quindi operare tutto il possibile perchè ciò possa avvenire, è «un alto valore civile». Così Giorgio Napolitano ha salutato la posa della prima pietra di un memoriale della Shoah a Milano. Il Presidente in un messaggio, non ha voluto far mancare la sua approvazione ribadendo la necessità di «non dimenticare ciò che è stato in una fosca stagione della nostra storia». Il capo dello Stato, assente per motivi istituzionali, ha ricordato la propria visita al Binario 21 della stazione Centrale del capoluogo lombardo ed espresso apprezzamento «per aver portato a compimento il non facile percorso necessario per dare inizio ad un’opera che ritengo altamente significativa quale lugoo di testimonianza di un evento tragico che dovrà sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future».

    «Tenere viva la memoria di quel terribile crimine che fu la Shoah è importante per costruire un mondo migliore, un mondo che respinga per sempre la discriminazione, le torture e ogni forma di schiavitù. Un mondo in cui, fin da piccoli, bambine e bambini imparino a vedere in ogni persona innanzitutto l’essere umano, portatore di una dignità innata e titolare dei diritti universali». Lo sottolinea Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, in occasione del 65° anniversario dell’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, riconosciuto come Giorno della Memoria. «Un mondo -continua- in cui sempre più persone abbiano la lucidità di riconoscere e il coraggio di contrastare, fin dai primi sintomi, le violazioni dei diritti e la negazione dell’umanità altrui. Proprio il ricordo della Shoah e la volontà di impedire per sempre il ripetersi di simili tragedie, sono stati il motivo per cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò, nel 1948, la Dichiarazione universale dei diritti umani. Difendere i diritti umani vuol dire aiutare a costruire un mondo in cui il ripetersi della Shoah non sia possibile, mai piu».



    ...spiace vedere su you tube i commenti di alcuni incivili, ignoranti :wallbash.gif: :wallbash.gif:
    io ce li manderei per qualche giorno nei campi -_-
     
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  2. patna
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    E' sempre mirabile la canzone di Guccini -

    Si spera sempre che l'uomo cominci a ragionare e a capire che invece di combattere sarebbe meglio usare il potere della testa - ma - qui a Genova c'è un palazzo con questa scritta

    La guerra è la lezione di storia che i popoli non impareranno mai abbastanza



    Mio padre è stato prigioniero in un campo di concentramento - una rete divideva i soldati dagli ebrei - i forni andavano a pieno regime - lui non ha mai parlato di questa sua esperienza se non in maniera molto marginale -
     
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  3. dango
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    Una speranza per le nuove generazioni...da Corriere.it

    Un rap contro l’Olocausto
    In Germania una musicista sopravvissuta ai lager collabora con un giovane immigrato, un rapper turco


    MILANO - Cosa succede se si incontrano una musicista ebrea sopravvissuta ai lager nazisti e due gangsta rap, immigrati a Colonia rispettivamente dalla Turchia e dall’Italia? Un piccolo miracolo di contaminazione culturale il cui leitmotiv è l’antirazzismo. La storia che nel Giorno della Memoria arriva dalla Germania sembra immaginata per un film.

    LA STORIA DI ESTHER - Protagonista è Esther Bejarano: figlia di un musicista ebreo tedesco, fu deportata ad Auschwitz con tutta la famiglia. Nel lager più famigerato del sistema concentrazionario nazista riuscì però a salvarsi proprio grazie alla musica: venne infatti “reclutata” nell’orchestra di ragazze del campo. Tra i suoi compiti c’era anche quello di suonare la fisarmonica all’arrivo dei treni merci pieni di deportati. «Suonavamo con le lacrime agli occhi – ricorda su Associated Press Bejarano, che oggi è una dinamica signora di 85 anni – I nuovi arrivi vedendoci applaudivano, ma noi sapevamo che sarebbero stati portati direttamente alle camere a gas». Esther – diversamente da quasi tutta la sua famiglia – riuscì a sopravvivere e per anni ha continuato a fare la musicista insieme ai figli: la sua band Coincidence, con sede ad Amburgo, esegue soprattutto melodie Yiddish e canzoni del ghetto o di resistenza ebraica.

    I RAPPER IMMIGRATI - Ma qualche tempo fa l’anziana signora è stata contattata da Kutlu Yurtseven - il co-protagonista di questa storia – un giovane immigrato turco membro del duo rap Microphone Mafia insieme a Rosario Pennino, di origini italiane e cattoliche. «Noi volevamo fare qualcosa contro il crescente razzismo e l’antisemitismo in Germania», ha dichiarato il ragazzo. A divederli c’era di tutto: età, religione, vissuto. In più, pare che all’inizio Bejarano non andasse affatto pazza per l’hip-hop; nel contempo però aveva molta empatia per le discriminazioni subite oggi dagli immigrati. Malgrado le diversità, alla fine l’eterogeneo gruppo ha prodotto un cd - intitolato “” e prodotto da una piccola etichetta indipendente - che mescola cori e sonorità Yiddish a ritmi hip-hop. Un’opera meticcia e insieme estremamente coesa nell’ispirazione e nell’intento: un suo pezzo si può ascoltare in questo video su YouTube. Il messaggio è ovviamente di contrasto a qualsiasi forma di razzismo, di ieri e di oggi. "E’ certamente qualcosa di diverso da quello che facciamo normalmente”, ha dichiarato Bejarano a Der Spiegel. «Ma so che questo hip hop è molto popolare tra i giovani e ho pensato che lavorando assieme forse alcuni di loro potevano imparare qualcosa su quanto accaduto 65 anni fa». «All’inizio è stato molto strano», ha commentato a sua volta Yurtseven. «La prima volta che l’ho chiamata e mi sono presentato c’è stato un lungo silenzio dall’altra parte della linea e alla fine lei ha domandato: mafia che?»


    indirizzo del video su youtube: http://video.corriere.it/?vxSiteId=6e0abee...e&vxBitrate=300
     
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    Per non dimenticare! Con la speranza che questi tragici fatti non debbano accadere mai, mai, mai più!
     
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3 replies since 26/1/2010, 18:21   49 views
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